Interconnessi
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Luca Zeni
Io credo che tutto il centrosinistra, e persino la parte più conservatrice delle destre,
debba e possa essere ambientalista. È finito il tempo storico di un partito ambien-
talista, di un partito dei consumatori, di un movimento dei no-global, persino di un
partito autonomista.
Oggi ha ragione chi fa sintesi, approcciando alla realtà con la complessità che la
stessa ti rivela.
Per parte mia, ho lavorato e lavoro molto volentieri con il collega Roberto Bombarda
su documenti e iniziative legislative che mirino a tutelare, preservare, migliorare
l’ecosistema e l’ambiente trentino. O anche i comportamenti umani, con un mix se
possibile meditato di imposizioni e incentivi, che consentano di diminuire l’impron-
ta ecologica dell’uomo sull’ambiente.
La gestione dei rifiuti è una questione dai risvolti importanti – non per niente al
sud è in gran parte nelle mani della criminalità organizzata – e l’impostazione deve
sicuramente essere verso una cultura diffusa capace di portare a una riduzione
complessiva dei rifiuti. In questo quadro è giusto puntare sulla raccolta differenzia-
ta spinta, e al contempo occorrono incentivi e obblighi a produttori e consumatori
perché lavorino verso la sostenibilità riducendo gli imballaggi, producendo con ma-
teriali riciclati o riciclabili e così via.
Al contempo dobbiamo essere realisti e sapere che una percentuale di residuo ri-
marrà sempre, e finché la tecnologia non permetterà soluzioni senza controindica-
zioni, non possiamo “tirare avanti”.
L’inceneritore è oggi senza una alternativa reale; l’importante è mettere i giusti
paletti sulla tecnologia utilizzata e su un sistema di controllo delle emissioni dav-
vero efficace.
Oggi occorre capire che il futuro del Trentino passa attraverso le vocazioni e la valo-
rizzazione dei territori. I nuovi impianti che devastano contesti incontaminati sono
territorio
Giorgio Ambrosoli (1933-1979)
Era un avvocato esperto di liquidazioni coatte amministrative.
Incaricato del ruolo di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana di Michele
Sindona, rilevò numerose e gravissime irregolarità. Oggetto di tentativi di corruzione e
di minacce, proseguì facendo semplicemente il proprio dovere. Consapevole del rischio
che correva, scrisse alla moglie:
«
Anna carissima,
è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I., atto che ovviamente non soddisferà
molti e che è costato una bella fatica [...].
È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’inca-
rico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione
unica di fare qualcosa per il paese
. Ricordi i giorni dell’Umi, le speranze mai realizzate di far politica per il
Paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per
un partito. Con l’incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre
operato – ne ho la piena coscienza – solo nell’interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici [...].
Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo.
Dovrai
tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano
coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese,
si chiami Italia o si chiami Europa
. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i
ragazzi sono uno meglio dell’altro. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la
caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi [...]
Giorgio
»
Fu ucciso l’11 luglio 1979, nel 1999 gli fu assegnata la medaglia d’oro al valor civile.
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