Interconnessi
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politica
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Luca Zeni
Credo di sì, ma occorre un nuovo rapporto tra amministrazione pubblica e cittadini,
tra la dimensione del potere e quella della libertà.
Iniziamo per esempio a parlare davvero di sussidiarietà.
Il nostro legislatore nel 2001, quasi per atto dovuto, ha introdotto all’art. 118, ultimo
comma, della Costituzione, una norma significativa: «Stato, regioni, città metropo-
litane, province e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o
associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio
di sussidiarietà».
Essa nasconde l’idea di un’autorità pubblica che si muove e decide a supporto
dell’autonoma capacità della società civile, ossia dell’azione spontanea e solidale
dei cittadini attivi che intendono adoperarsi per il bene comune.
Nonostante l’art. 118, ancora oggi il riferimento imprescindibile per la garanzia dei
diritti sociali è l’intervento diretto dello Stato. Tuttavia dobbiamo riuscire ad aprire
lo scenario a nuove forme di welfare partecipato.
Il principio di sussidiarietà non è da intendersi come principio di preminenza as-
soluta della posizione dell’individuo nei confronti di uno Stato “minimo”, né come
dimensione contrapposta al ruolo dei pubblici poteri; significa invece che il potere
pubblico ha un ruolo di supporto e di regolazione dei meccanismi che accompagna-
no il libero svolgimento delle relazioni individuali, di scambio sociale e di mercato.
Punto fermo deve essere l’assoluta preminenza della libertà della persona rispetto
al potere: un primato etico. La persona in quanto tale precede l’organizzazione sta-
tuale ed è ingiusto, per questa ragione, sottrarre agli individui ciò che essi possono
compiere con le proprie forze.
Primato della persona significa essenzialmente assoluto rispetto della sua dignità
in un ordine sociale connotato dalla pluralità e dalla differenziazione dei centri di
potere. Per questa via, la sussidiarietà orizzontale diviene modo d’essere del plu-
ralismo; in essa si esprime la libertà di scegliere tra opzioni diverse: l’eguaglianza
diventa parità e sostegno solidale alle situazioni di disfavore, piuttosto che rete di
servizi omologanti.
La sussidiarietà è quindi dovere di promuovere e sostenere le iniziative delle singole
persone e delle formazioni sociali; un dovere che grava sulla comunità intera, oltre
che sulle sue rappresentanze politico-amministrative. Il principio ha una natura rela-
zionale e dialogica, e consente la configurazione di più forti legami di collaborazione
tra amministrazioni e cittadini nella difesa dei beni comuni. E nella promozione del
welfare. Guardiamo al momento dell’azione, invece che l’autorità che la compie!
Alberto Faustini
Qualche commentatore parla di passaggio dal welfare state alla welfare community.
Luca Zeni
Sì e no.
Sì, perché credo debba sorgere un nuovo welfare basato sulla collaborazione tra
amministrazione e cittadini. L’agire per il bene comune non può più essere con-
famigli
famiglia
identità
società
società
società
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autonomia
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