Interconnessi
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aziendali e corsi per lavoratori sospesi e disoccupati; introduzione del reddito di
garanzia; mutui di riassetto finanziario (mutui per oltre 470 milioni di euro); fondo
per progetti di riorganizzazione aziendale finalizzati alla stabilizzazione dei livelli
occupazionali di medie e grandi imprese…
Tutto questo per dire che la Provincia è ormai immersa nel mondo dell’economia
trentina.
Siamo, a tutti gli effetti, un modello di economia sociale di mercato a marcata presen-
za pubblica. E così, sino ad ora, funzioniamo. Occorre dire la verità, senza ipocrisie:
questo sistema a forte ingerenza pubblica è così perché proprio così va bene a tutti,
alle imprese e agli attori istituzionali, agli artigiani e agli industriali, ai settori della
cooperazione e al popolo delle partite Iva che vive anche sulla committenza pubblica.
Alberto Faustini
Dunque, bene così ?! Economia sociale o sovietica, come disse anni fa l’ex onorevole
Luciano Azzolini?
Luca Zeni
No, perché c’è un “però”. Mi chiedo: quanto può durare un sistema così? Un sistema
in cui Trentino Sviluppo e Tecnofin Trentina controllano interi settori dell’economia
trentina quali il turismo invernale e l’industria della produzione idroelettrica? Io non
sono persuaso che sia l’unico modello in grado di garantire l’interesse generale.
Io credo occorra un ripensamento, o quanto meno, per ora, uno “stop” a ulterio-
ri espansioni. Inoltre, credo vi sia l’esigenza di una razionalizzazione dell’universo
delle spa pubbliche provinciali.
Nel corso degli ultimi mesi ho avuto modo di incontrare i manager delle società
provinciali più grandi; l’impressione che ne ho tratto è stata quella di una grande
professionalità, ma a conclusione di questo percorso conoscitivo non mi sono spie-
gato alcune sovrapposizioni, anche “parrocchie”.
Alberto Faustini
A cosa si riferisce?
Luca Zeni
Le faccio alcuni esempi.
Il Trentino è piccolo, le imprese che si muovono verso i paesi lontani non sono po-
tenzialmente molte: se siamo d’accordo su questo, che senso ha che in Trentino ben
tre società o enti si occupino a compartimenti stagni di internazionalizzazione? Non
sarebbe meglio abbattere le pareti divisorie degli egoismi di bottega, e lavorare per
unificare laddove vi sono sovrapposizioni?
Proseguo: ha senso mantenere attiva una società come Tecnofin Trentina, in un set-
tore strategico – quello dell’assunzione di partecipazioni di contesto siano esse nel
settore energetico o funiviario – che è anche presidiato da Trentino Sviluppo?
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