Interconnessi
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Luca Zeni
Non può essere solo benessere economico. Ma anche diritti, autonomia e respon-
sabilità. Per coniugare queste quattro dimensioni, credo abbia ragione chi sostie-
ne che è necessario ripensare il modello economico.
Alcuni economisti propongono oggi un modello di “economia civile”.
Alberto Faustini
Vale a dire?
Luca Zeni
Su Wikipedia viene definita come «una prospettiva culturale di interpretazione
dell’intera economia, alla base di una teoria economica di mercato fondata sui prin-
cipi di reciprocità e fraternità, alternativa a quella capitalistica».
Nulla a che vedere con le teorie della decrescita felice, no global o altro. Semplice-
mente l’esperienza della socialità umana e della reciprocità è posta all’interno di
una normale vita economica, partendo dal presupposto che possano esistere prin-
cipi “altri” dal mero profitto e dallo scambio strumentale. La sfida è quella di far
coesistere, all’interno del medesimo sistema sociale, tutti e tre i principi regolativi
“dell’ordine sociale”: il principio dello scambio di equivalenti di valore per cui le
relazioni si basano su un prezzo, che è l’equivalente in valore di un bene/servizio
scambiato; principio di redistribuzione, per cui, per essere efficace, il sistema eco-
nomico deve redistribuire la ricchezza tra tutti i soggetti che ne fanno parte per dar
loro la possibilità di partecipare al sistema stesso e “consumare”; e infine il princi-
pio di reciprocità.
Se vogliamo davvero raggiungere un buon livello di benessere sociale è necessario
che le relazioni interpersonali entrino nel nucleo della nostra esistenza. Benessere
sociale non è solo benessere materiale, ma è di più. Occorre che si accolga un nuovo
paradigma – quello relazionale – in sostituzione di quello individualistico.
Come insegna Aristotele: «l’uomo nasce per vivere con gli altri». Ciò significa che
vi sono due elementi, entrambi essenziali: la propensione alla “compagnia” con i
simili e l’utilità che l’uomo trae dalla convivenza con altri.
Il primo è un elemento che riguarda la dimensione emotiva del soggetto; il secondo ele-
mento appartiene invece alla sfera razionale, cioè alla sua capacità di calcolo. Fino ad
ora la scienza economica moderna ha tenuto separato il secondo dal primo elemento.
Non possiamo più permettercelo.
Il deterioramento della qualità della vita nella nostra società odierna è ormai tale
che l’economia, se vuole continuare a fare presa sulla realtà, non può “chiamarsi
fuori” demandando a altri il compito di occuparsi del problema.
Parole come identità, reciprocità, gratuità, beni relazionali, felicità – termini so-
stanzialmente assenti fino ad un recente passato – entrano sempre di più nelle
riflessioni politico-economiche, e questo è un fatto nuovo. La persona entra nella
riflessione economica come centro di relazioni e come soggetto, non semplice-
mente come un oggetto.
Come Adam Smith aveva compreso, l’assetto istituzionale della società deve essere
società
società
economia
economia
identità
società
società
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