Interconnessi
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Alberto Faustini
L’accordo di Milano sul federalismo è una cassaforte per l’economia? Cosa vi fu
dietro quello che voi stessi denunciaste come un golpe? E sull’Università sempre
più trentina, dal punto di vista del sostegno economico, cosa può dire?
Luca Zeni
L’accordo tra il Presidente della Provincia Dellai e i Ministri Calderoli e Tremonti di
modifica del Titolo V dello Statuto di Autonomia del Trentino avrà ripercussioni im-
portanti in futuro.
A poche ore dalla firma dell’accordo, ebbi modo di affermare che lo stesso contene-
va e contiene aspetti molto positivi.
Il principio di fondo di rafforzare il legame tra le nostre entrate e la capacità produt-
tiva della nostra Provincia, se per molti aspetti è una scommessa, ci attribuisce una
responsabilità che favorirà dinamicità e innovazione, è uno stimolo a fare sempre
meglio, perché il nostro futuro dipende ora da noi stessi.
Tuttavia – accanto agli aspetti positivi – trovai l’occasione anche di manifestare pro-
fonda preoccupazione per altri aspetti. È cosa nota che si prospetta un taglio per il
bilancio provinciale di 500-600 milioni di euro, e questo non può essere considerato
una cosa positiva, soprattutto per le prossime generazioni. Infatti l’aver sbloccato
i fondi arretrati, che già erano nostri, garantirà bilanci floridi soprattutto a breve
termine, nei prossimi anni, ma presto finiranno, e allora saremo costretti a ripensare
dal fondo del sistema Trentino.
Un’altra rilevante preoccupazione viene da alcune disposizioni che stabiliscono veri
e propri nuovi principi nel rapporto tra l’autonomia trentina e lo Stato italiano, in
particolare l’acquisizione di nuove deleghe deve passare per norme di attuazione
che sono garanzia per la nostra autonomia.
Scelte di fondo come quelle prese dovrebbero coinvolgere tutta la comunità tren-
tina, e portare avanti l’idea di un Trentino sempre più aperto, solidale, dinamico,
democratico.
Ammortizzatori sociali e Università ben si prestano a un esercizio condiviso della
nuova sovranità amministrativa e politica acquisita, affinché competenza provin-
ciale non significhi provincialismo nel caso della nuova competenza in tema uni-
versitario ed affinché competenza provinciale non significhi assenza di selettività e
orizzonte generazionale nell’approntamento di un nuovo sistema equo di ammor-
tizzatori sociali.
Un aspetto a cui non avevamo pensato riguarda invece i nostri rapporti con le altre
autonomie speciali.
Recentemente ho avuto modo di incontrare consiglieri e parlamentari del Friuli Ve-
nezia Giulia proprio per discutere insieme del rapporto che le autonomie speciali
possono avere con lo Stato italiano che si appresta ad attuare il federalismo fiscale.
In quella sede è emersa una forte delusione verso il Trentino, spesso in prima fila
nella tutela di tutte le autonomie speciali, per un’accelerazione che ha rotto il fronte
comune a favore di un rapporto bilaterale con lo Stato. Alla lunga tutto ciò potrà
avere conseguenze negative – da soli siamo più deboli – e per questo occorre cerca-
re di ricucire rapporti e relazioni.
economia
autonomia
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