Interconnessi
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turismo, urbanistica e ambiente, economia, sono politiche pubbliche, norme e
persone che da anni lavorano a servizio del territorio. Questa è una terra abituata
a trovare in sé la responsabilità di fare scelte e impostare scenari. Siamo auto-
nomi innanzitutto perché siamo responsabili di noi stessi, ci prendiamo cura del
nostro destino, ci percepiamo trentini prima ancora che altro.
Il Nordest è un concetto ibrido. Non mi ha mai appassionato, non credo che noi
abbiamo molto in comune con il Veneto, siamo un modello sociale innanzitutto ed
anche culturale diverso. Per noi il territorio è vita, è dentro il nostro modo di es-
sere. Il Trentino non è il Veneto, non lo sarà mai. E non lo è a prescindere dai soldi
“di Roma”, come dice la Lega.Il Trentino è piuttosto “terra di mezzo”, crocevia di
popoli, ponte tra il Mediterraneo e la Mitteleuropa.
Il concetto di Autonomia per il Trentino oggi manifesta tutta la sua attualità: Autono-
mia non significa né subalternità né indipendenza, bensì riconoscere che il mondo è
interconnesso, e che le comunità si rapportano secondo il principio di sussidiarietà.
La storia della nostra Regione, il nostro essere terra di confine, la ricchezza data
dalla presenza di tanti diversi gruppi linguistici, può consentirci di essere oggi più
che mai modello di comunità prima ancora che di convivenza. Però non dobbia-
mo sentirci “arrivati”, abbiamo il dovere di rinnovare continuamente le ragioni di
un’Autonomia che sempre più sarà all’insegna dell’apertura, della relazione.
Alberto Faustini
Al di là di questo, però, la sensazione è che la Lega vi copi e in qualche modo vi migliori,
parlando con la gente. Voi, invece, date la sensazione di litigare con il Patt e con l’Upt.
Luca Zeni
Tra Upt, Patt e Pd un po’ di unità di intenti e di destini si è ritrovata, cammin facendo.
Ma condivido: abbiamo litigato troppo e troppo sovente per personalismi.
La Lega ha qualcosa che tutti gli altri partiti hanno perduto: il rapporto emotivo e
diretto con il Popolo.
Il punto però oggi è: che cos’è il Popolo? Il Popolo è molte cose: è quello che esalta
chi propone di entrare in guerra al grido “vinceremo”, ma è anche quello delle piaz-
ze silenziose in ascolto di Degasperi, di Togliatti, di Nenni, di Pertini.
Saremmo irresponsabili se alimentassimo la protesta, anziché cercare di trovare in-
sieme percorsi e soluzioni, e mi pare che in Trentino la Lega sia questo.
La Lega delle Regioni vicine è invece altra cosa, è evoluta, non è solo protesta ma
è partito di governo, che si sporca le mani ed entra negli enti che contano. La Lega
in questo momento è l’amplificatore e il simbolo dell’enorme quantità di malessere,
disagi, insofferenze che affligge non solo il nord ma tutta l’Italia presa insieme. Perché
se c’è una cosa che la Lega catalizza e rappresenta del nord, e solo del nord, è la vo-
glia di reagire. Laddove il Mezzogiorno, umiliato, drenato di risorse e prospettive, si è
dimostrato vuoto di fantasia politica: incapace di inventarsi uno strumento di protesta
autoctono, analogo a quello riprodotto dalla Lega.
Dal punto di vista dell’organizzazione e della metodologia politica, è la rivincita di
quel che fu il partito di massa. Con i suoi fitti reticolati, le sue capillari articolazioni,
con la sua presenza sul territorio: ben visibile, solida, rassicurante.
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