Interconnessi
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un danno per il turismo; le strade devono essere fatte se servono per migliorare la
viabilità, non se aumentano solo il traffico; la pianificazione del territorio, anche
con nuovi strumenti come la perequazione urbanistica, deve consentire ai cittadini
di avere una casa e servizi efficienti, non dev’essere funzionale alla speculazione
edilizia di qualche immobiliarista. Purtroppo anche in Trentino troppo spesso acca-
de il contrario.
Alberto Faustini
Avrà mica intenzione di suicidarsi, politicamente parlando?
Luca Zeni
Se vogliamo lasciare qualcosa alle prossime generazioni, è meglio lasciare da parte
l’opportunismo di chi ha paura di schierarsi contro la politica “del fare”, che di solito
nasconde interessi di pochi a danno dei cittadini.
E in ogni caso sono convinto che la maggior parte dei cittadini oggi chieda alla po-
litica proprio che la capacità di decisione sia unita inscindibilmente a chiarezza,
onestà, trasparenza, responsabilità.
Alberto Faustini
Sulla scuola vi siete spiegati male e avete dato la sensazione di fare una riforma che
in tanti, compreso il mio giornale, hanno definito “Gelmaso”: una sorta di frullato
fra la Gelmini e la Dalmaso. Cosa s’è rotto? Cos’è mancato? Perché non siete stati
in grado di coinvolgere tutti? E la lezione è bastata? Con le materne mi pare che
abbiate fatto la stessa “fine”.
Luca Zeni
Ci abbiamo decisamente messo del nostro. Le polemiche hanno infuriato per mesi
su ipotesi di adattamenti a decisioni del ministero a Roma che tardavano ad ar-
rivare. Un po’ di prudenza in più avrebbe evitato proteste giuste per alcuni versi
– pensiamo all’ipotesi di ridurre ore di lezione o di tagli alla scuola – strumentali per
altri. Del resto quando si porta avanti una riforma di un settore, ci vuole tempo per
vederne gli effetti, soprattutto per chi lo vive dall’interno.
Alla fine, con la delibera finale e l’avvio dell’anno scolastico, mi pare che molte delle
preoccupazioni siano rientrate e la scuola trentina continua a funzionare.
Dobbiamo però sapere che se è vero che il nostro riferimento dovrà sempre più
essere l’Europa – e qui non siamo certo i primi della classe – anche il confronto con
il resto delle Regioni italiane ci dice che c’è ancora molto da fare.
Uno degli aspetti che mi sta più a cuore è quello dell’apprendimento della lingua
straniera già dalla scuola dell’infanzia; il Trentino ha la possibilità di investire a fon-
do, per avere tra quindici-vent’anni le nuove generazioni completamente bi o plu-
ringue. Questo permetterebbe di fare quel salto di qualità di cui abbiamo bisogno.
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