Interconnessi
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Il ruolo principale del consigliere dovrebbe essere quello di proposta, analisi, va-
lutazione di atti politici come disegni di legge, mozioni e ordini del giorno. Per
questo ha a disposizione strumenti conoscitivi, come le interrogazioni, ed ha il do-
vere di un confronto ampio con coloro che possono essere interessati dal provve-
dimento, per capirne sino in fondo le ricadute e le conseguenze. Infatti modificare
una legge, anche soltanto poche parole, può portare a stravolgere completamente
determinati sistemi ed anche la vita di intere famiglie o categorie economiche.
Riuscire a svolgere bene questo ruolo richiede molto tempo e una preparazione
approfondita, ed è determinante il contributo di chi certe problematiche le vive.
Spesso infatti si viene a conoscenza di problematiche o lacune legislative grazie alla
segnalazione di chi le riscontra nel corso della sua attività professionale o privata.
Alberto Faustini
Mi stupirei se dicesse qualcosa di diverso. Ma se Lei usasse in altro modo questo
tempo, qualcuno se ne accorgerebbe?
Luca Zeni
Certo l’attività appena descritta, che dovrebbe essere la polpa, è poco visibile. Inol-
tre i cittadini richiedono piuttosto che il loro rappresentante nelle istituzioni sia loro
vicino anche nella risoluzione di problemi più concreti, che sono importanti per chi
li vive e che magari non sono risolti per le difficoltà del cittadino di comprendere una
macchina amministrativa a volte troppo complessa. O, in altri casi, perché si trova di
fronte a inefficienze dell’amministrazione stessa.
Oggi i cittadini chiedono rappresentanza ma la chiedono funzionalmente alle deci-
sioni. Oggi non c’è più un vero dibattito politico, che si è spostato involgarendosi
sui media. È venuta meno la funzione di dibattito politico delle assemblee elettive.
Occorre ripensare al modello. Il quinquennio 2003-2008 è stato caratterizzato – dopo
anni di difficoltà amministrativa e politica – dalla necessità di compiere importanti
riforme per non fare rimanere indietro il sistema trentino. Per raggiungere quell’obiet-
tivo occorreva una forte governabilità, e per questo si era impostato un modello di
governo fortemente incentrato sull’esecutivo.
È importante che le istituzioni siano disegnate in modo da garantire la massima ef-
ficacia nell’azione di governo, ma dobbiamo stare attenti a non demandare le scelte
sui grandi temi ai tecnici, o agli apparati amministrativi, magari perché il sistema
burocratico è divenuto troppo intricato, oscuro anche per gli addetti ai lavori.
Oggi per il Trentino non è l’epoca delle decisioni sull’emergenza, ma l’epoca delle
strategie e delle scelte di fondo. E per fare queste scelte la nostra storia, caratte-
rizzata dalla cooperazione e dai comuni, da una democrazia diffusa che è la nostra
forza, esige un confronto ampio, trasparente, approfondito; la cultura della delega
non appartiene a questa terra. Il tema oggi non è se questo o quel consigliere, que-
sto o quel partito, sono più o meno coinvolti nelle decisioni. Il tema è che le scelte
collettive, le grandi decisioni dell’oggi non sono in superficie, ma vanno a fondo e
necessitano di capire, di fermarsi, di occuparsi e dedicarsi alle questioni.
Diversamente le conseguenze sarebbero gravissime, perché quando il singolo non
è più partecipe, non avverte più il senso di responsabilità verso la società, e la de-
politica
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