Interconnessi
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Una riedizione del vecchio partito-campanile, qui sta la sua modernità.
Culturalmente, la formula che esprime resta conservatrice: le sue posizioni sull’im-
migrazione e sui temi etici parlano chiaro. Ma politicamente, non lo è affatto. Con-
servatore semmai è girare la testa dall’altra parte, ignorare le domande che la Lega
intercetta, comprimerle.
Il dato politico vero: la Lega si è radicata sul territorio, esprimendo e formando una
sua classe dirigente, che via via assume una riconoscibilità non più solo di lotta e
testimonianza, ma di governo.
Alberto Faustini
Vede dei rischi? Vi hanno spiazzato?
Luca Zeni
Gli esponenti del partito hanno fatto appello alle paure degli elettori, spingendo
verso gli stimoli più bassi, come il razzismo. La recessione economica internazio-
nale, la crisi culturale e sociale dell’Italia assieme alle contraddizioni della politica
hanno fatto da accelerante per questo exploit elettorale.
La Lega non è solo Bossi, Calderoli, o Borghezio, sono le persone comuni, cittadini
che non si riconoscono più nelle loro città, vittime di una globalizzazione che non
riescono a interpretare. Certo, molti politici leghisti si rifugiano in uno pseudo loca-
lismo, alzando i ponti levatoi e costruendo muri di cinta.
Ma molti oggi agiscono, anche con intelligenza.
E se a questo aggiungiamo che dal 1996 in poi, ossia dal primo Ulivo di Prodi, non
c’è stata una reale alternativa a chi cavalcava l’ansia degli italiani, è mancato chi
sapesse spegnere i focolai di intolleranza, è mancata una scelta forte a chi nel buio
della notte si spaventa e corre a rinchiudersi in casa, rifiutando il dialogo e incorag-
giando la chiusura e l’autarchia, ecco che si spiega il perché della Lega.
Il Pd ha molto da imparare. Agendo, ovviamente, su un percorso parallelo nel me-
todo, divergente nei contenuti.
Alberto Faustini
Perché i consiglieri sembrano sempre più emarginati, così come i parlamentari,
schiacciati dal governo e considerati dall’opinione pubblica la vera Casta: pagati
bene per lavorare poco. Il vostro ruolo c’è ancora? Riuscite a riempirlo di contenuti
o fuori dalla Giunta non si conta davvero nulla?
Luca Zeni
Sicuramente quello che ci si aspetta da un consigliere provinciale non sempre
corrisponde ai compiti che l’ordinamento gli assegna. Ci sono moltissime aspetta-
tive, spesso si ritiene si possano cambiare le cose in cinque minuti; in realtà, come
ho sempre sostenuto, per cambiamenti profondi serve un impegno condiviso e la
costanza di chi sa dove vuole arrivare.
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