prospettive
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Ivan Bonvecchio
Se le categorie economiche riuscissero a fare rete...
Luca Zeni
Spesso assistiamo a confronti anche aspri tra le diverse categorie economiche,
spesso impegnate in attività di lobby nei confronti della politica. Ma questo approc-
cio è sufficiente? Anche alla luce della Sua esperienza come Presidente del tavolo
d’ambito economico, non paga di più, alla fine, la collaborazione – tra categorie
economiche, tra parti sociali, tra impresa e lavoro – verso un obiettivo comune?
Ivan Bonvecchio
In questi ultimi decenni c’è stata e c’è attualmente una contrapposizione forte di
interessi legati alle singole lobby, associazioni e categorie, senza un tentativo serio
ed efficace di interazione tra di esse. Questa è una delle principali concause a mio
avviso della “crisi” di questo periodo e in particolar modo nella nostra provincia.
Tutti hanno guardato e guardano al proprio orticello, senza saper rinunciare a qual-
che richiesta personale al fine di far emergere una progettazione unitaria comune.
In particolare noi, come categorie economiche trentine, abbiamo la consapevolezza
d’essere inseriti in una piattaforma economica comune, di essere legati gli uni agli
altri in una specie di co-esistenza economica. Si pensi a esempio a un turista in
visita nel nostro Trentino, esso non si troverà in una cattedrale del deserto su mo-
dello di un villaggio turistico del Mar Rosso, ma soggiornerà e respirerà il territorio
trentino, osserverà i paesaggi modellati e custoditi dai contadini e dai boscaioli,
mangerà i nostri prodotti nei ristoranti del luogo, sarà incuriosito dall’artigianato
locale, viaggerà per le nostre vallate. Agricoltura, artigianato, commercio, non fanno
parte del mondo turistico? E inoltre se il comparto turistico è in buona salute non
ne beneficiano anche gli artigiani che eseguono i lavori nelle strutture ricettive, i
contadini che vendono i loro prodotti e il commercio? Di questo siamo consapevoli
ma quando si tratta di progettare o di fare una sintesi comune spesso ci si divide,
ognuno tenta di arrivare alla vetta perseguendo strade diverse.
Per usare una metafora non riusciamo a vivere in una casa comune, ma in un condo-
minio dove ognuno pensa al proprio appartamento e vede il condominio solo come
un erogatore di servizi utili alla sua abitazione. Ognuno tenta di far pesare i suoi
millesimi (chi ha più associati, chi contribuisce maggiormente al PIL trentino, ecc.)
non tanto per avere una funzione di guida o di collettore di istanze ma per portare
vantaggi alla sua categoria e mostrare la sua forza nei vari tavoli decisionali.
Anche la politica segue di riflesso questa tendenza, i vari partiti si orientano verso
il proprio elettorato di riferimento, seguendone le inclinazioni ma senza mostrare
quella funzione di sintesi e di progettazione collettiva futura che dovrebbero avere.
Non molto tempo fa ero a pranzo con un noto politico della città capoluogo: parlan-
do di artigianato mi disse che il vero problema del nostro settore era la mancanza di
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