Prospettive
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sulla neve artificiale, che consente di garantire la stagione invernale e di sciare an-
che a quote inferiori. Fino a 2200 metri di quota l’uomo è sempre stato presente, ed
è giusto lasciare che vi siano le infrastrutture necessarie per lavorare. L’altro mito
da sfatare è infatti quello del wilderness: l’idea del bosco incontaminato non cor-
risponde al vero, la prospettiva del wilderness è totalmente sbagliata se riferita ai
luoghi dove l’uomo ha sempre lavorato. Alla fine è chi in montagna ci vive e ci lavora,
davanti al panorama di quelle splendide montagne, che le tutela davvero!
Il modello del maso chiuso è quello vincente; la filosofia, sin dai tempi di Maria Teresa,
è che il maso fa vivere una famiglia, ed oggi questo funziona se si collega direttamen-
te al turismo e alla catena della valorizzazione dei prodotti locali, che diversamente
difficilmente possono competere sul mercato globale (con qualche eccezione, come
le mele, che necessitano di magazzini e di grandi quantità). Anche il vino, che pure
vive spesso sui grandi numeri, non può prescindere nelle nostre realtà dalla qualità.
In Alto Adige i contadini hanno imparato a valorizzare al massimo i loro prodotti, per-
ché non possono vendere ad esempio la carne sul mercato di Milano con un prezzo un
po’ più alto, perché il consumatore non distingue sul grande mercato la qualità della
carne; però sul mio maso posso presentare il mio prodotto e la mia ricetta, il mio stile
di vita, e più il mondo diventa globalizzato, più qualcuno cerca questo valore locale.
Luca Zeni
Il 26 giugno 2009 eravamo entrambi presenti ad Auronzo di Cadore alla cerimo-
nia per l’ingresso delle Dolomiti nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Oggi esiste
il rischio di eccessiva frammentazione tra le Province di Trento, Bolzano e Belluno?
Servirebbe un maggior coordinamento nel pubblicizzare le Dolomiti?
Reinhold Messner
Certo, ma questo è molto difficile politicamente. Difficilissimo se pensassimo a
cambiamenti istituzionali, ma anche semplici coordinamenti, che pur sarebbero
molto importanti, trovano difficoltà nella differenza di risorse che le Province di
Trento e Bolzano possiedono rispetto a Belluno. Senza dimenticare che le Dolomiti
sono presenti anche nelle province di Udine e Pordenone, pur in maniera marginale.
Ho provato a pensare a qualche iniziativa che possa andare in questa direzione. La
mia idea è di realizzare un film che racconti la storia di tutte le Dolomiti, senza con-
fini politici e questo film racconta in realtà la vita dei miei antenati, che vengono da
Colle Santa Lucia. Passando dalla mia esperienza in Trentino come guida nel Brenta,
racconto dal 1880 ad oggi le Dolomiti, senza confini: ci sono soltanto lingue diver-
se. L’idea è di coinvolgere attori locali, gente che parla ladino, italiano, tedesco,
lasciando le lingue originali, con poi sottotitoli in italiano o tedesco, e parlare delle
Dolomiti come un’unica zona dove vivono gruppi linguistici diversi.
Per il resto, dobbiamo spingere sempre di più questa collaborazione. Quella tra
Trento e Bolzano è ormai consolidata, ma dobbiamo fare crescere anche quella con
il Veneto; il nuovo governatore Zaia ha un’estrazione agricola, ed è suo interesse
salvare le vallate bellunesi: se riusciamo a valorizzare il collegamento con Venezia,
tutte le Dolomiti ne trarranno grandi benefici!
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