prospettive
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Flavio Pezzi
Un’agricoltura di qualità
Luca Zeni
Per il Trentino l’agricoltura è uno dei settori strategici. Non solo perché sono molte
le famiglie che ne traggono un reddito, o principale o integrativo, ma perché signi-
fica controllo di un territorio delicato e creazione di una identità che diventa anche
attrattiva per il turismo.
La concorrenza di mercati emergenti e la riduzione dei sussidi europei fa emergere
le difficoltà del sistema trentino, in particolare nel settore vitivinicolo. Come si può
intervenire per rilanciare l’agricoltura trentina, e far crescere nuove competenze?
Flavio Pezzi
Parlare di agricoltura, come del resto di altri settori produttivi, richiede oggi di tener
presente che operiamo entro confini geografici straordinariamente dilatati rispetto
a quelli entro cui si agiva fino a poco tempo fa. Oggi sono molto strette le interdi-
pendenze che legano le società e le economie a livello globale e quindi occorre
uno sforzo per delineare strategie di lungo periodo e, all’interno di esse, le misure
concrete da porre in atto.
C’è un primo elemento di tali possibili strategie ed è quello che riguarda la sosteni-
bilità dei processi produttivi, da considerare appunto in un’ottica globale. Si deve
tener cioè conto che quello che si fa (o non si fa) a livello locale ha certamente forti
ripercussioni a scala ristretta, ma si riflette anche a livello globale. L’attenzione alla
questione della sostenibilità è tanto più impegnativa per una agricoltura come la
nostra, basata prevalentemente su coltivazioni intensive di vite e melo che come tali
richiedono un largo impiego di fattori produttivi (lavoro, ma anche prodotti chimici
ed energia).
Non possiamo rinunciare a questo modello, perché altrimenti si compromettereb-
bero le basi stesse della nostra agricoltura. È necessario quindi che si lavori per
consolidare, sviluppare ed estendere le iniziative avviate da qualche anno per razio-
nalizzare le pratiche colturali, ridurre gli impieghi di sostanze chimiche e diminuirne
gli impatti sul territorio. A questo riguardo devo dire che abbiamo riposto molte at-
tese nelle attività di ricerca svolte a S. Michele e in particolare nei lavori di sequen-
ziamento dei genomi della vite e del melo, lavori fondamentali per ottenere nuove
varietà di vite e melo resistenti ai parassiti e con ottime caratteristiche qualitative.
Il secondo elemento a cui vorrei riferirmi riguarda il tessuto delle reti associative.
Siamo in una provincia dove cooperazione e associazionismo hanno una grande
storia e una larga diffusione. Tutti conoscono il ruolo e il significato della coopera-
zione nell’agricoltura trentina. C’è però il rischio che ciascuno si rinchiuda nei propri
piccoli o grandi recinti, dimenticando che senza un lavoro comune tutti alla fine ci
rimettono. Non sono in discussione solamente gli assetti della cooperazione, su cui
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