Prospettive
62
pure le vicende di questi mesi obbligano a un qualche ripensamento. C’è piuttosto
da pensare allo sviluppo di un vero e proprio sistema allargato di relazioni nella
società e nell’economia, che sappia anzitutto farsi interprete e promotore di un’idea
di bene comune e sia poi capace di valorizzare tutte le sinergie possibili tra soggetti
e comparti. Faccio solo un esempio per citare le potenzialità e i vantaggi che nasce-
rebbero da più strette relazioni tra il mondo dell’agricoltura e quello del turismo.
C’è poi il tema della qualità. Le attività produttive – l’agricoltura specialmente – in
un territorio come il nostro, possono competere nell’economia globale solamente
con l’eccellenza qualitativa. Su questo non si registrano divergenze. Vorrei però fare
un accenno ulteriore: mi riferisco alla qualità dei servizi amministrativi e mi pongo al
riguardo anche un interrogativo su ciò che seguirà alla istituzione delle Comunità di
Valle. Concretamente, temo il rischio di una elefantiasi burocratico-amministrativa
con ciò che ne consegue sul piano dei rapporti tra cittadini e imprese da una parte
e pubblica amministrazione dall’altra.
Infine, ma non certo per importanza, ritengo centrale il tema della formazione.
A partire da quella di base, dove nel bene o nel male si plasmano le nuove genera-
zioni e che quindi appare decisiva per coltivare quel capitale sociale messo a tema
nell’ultimo festival dell’economia. Se quella del futuro sarà la società della cono-
scenza; se l’attenzione che si deve rivolgere agli impatti globali dei processi produt-
tivi comporta alti livelli di istruzione e di competenza, se le reti sociali si fondano sul
presupposto di un buon capitale sociale: se tutto ciò è vero, la formazione di ogni
tipo e grado è alla fine la chiave decisiva per aprire un futuro di speranza.
1...,52,53,54,55,56,57,58,59,60,61 63,64,65,66,67,68,69,70,71,72,...112