I “costruttori”
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Serve sempre di più che le Autonomie regionali decidano per sé, come insegna
l’esperienza trentina, facendo riferimento a un quadro di impegni e di regole
nazionali che diano tessuto all’unità composita della Repubblica. Il problema
rifiuti della Campania è
in primis
un problema regionale, ma
in secundis
è un
problema nazionale, senza scampo.
La verità è che le Istituzioni sia del Nord sia del Sud debbono imparare a orien-
tarsi al risultato con responsabilità, convergendo dove necessario o utile, de-
cidendo da sole dove possibile e indispensabile. Sul Mezzogiorno d’Italia va
poi fatto un grande piano di strategia di medio periodo: occorre dare forza alle
vocazioni produttive del Mezzogiorno, dal turismo all’agricoltura, alle presen-
ze produttive ad alto valore aggiunto, occorre investire in rinnovamento degli
impianti e delle strutture, fermandosi però al limite dell’eco-compatibilità: un
Mezzogiorno d’Italia distrutto dal processo industriale è un’area che perde la
sua capacità attrattiva principale, che sta nella bellezza naturalistica, nella pre-
senza storica, nella ricchezza naturale ed enogastronomica.
Il Trentino
Un Paese capace di affrontare con serietà le sfide che il mondo pone, è un presup-
posto essenziale perché anche le autonomie locali possano muoversi al meglio.
Ma ogni comunità deve poi interrogarsi per trovare le proprie vocazioni.
In Trentino sappiamo di essere tra i migliori della classe in quasi tutte le classifiche
sulla qualità della vita: abbiamo l’università più europea e l’amministrazione pubblica
è efficiente; i trentini sono campioni di solidarietà; in Trentino il volontariato si fa sul
serio; il turismo trentino è unico. In Trentino, le grandi opere si fanno, e in fretta.
Queste affermazioni sono lo specchio di una terra fatta di persone che lavorano,
che conservano dei valori semplici ma straordinari. Il Trentino è davvero una terra
speciale, unica. E anche le persone che vi abitano lo sono.
Ma non possiamo guardare soltanto indietro, perché la storia sta cambiando. Guar-
dare in faccia la realtà, prepararsi alle sfide che ci attendono, essere realisti: questo
deve fare una classe politica seria in un momento storico come quello che stiamo
vivendo.
Limitarsi a preservare e rafforzare rendite di posizione come dogmi di fede non ser-
ve al Trentino, soprattutto a quello di domani.
Oggi è il tempo di tornare a mettere in discussione, per migliorarli, almeno tre pila-
stri fondamentali del nostro essere trentini:
La prima sfida da vincere è trasformare la pubblica amministrazione in una
macchina al servizio dell’economia e della società.
In Trentino la pubblica amministrazione, il suo apparato, gli enti e società col-
legate, rappresentano il primo datore di lavoro. La mano pubblica è presente
ovunque: nei servizi, nell’industria, nella scuola, domani anche nell’università.
Un’amministrazione per molti versi esempio di efficienza, se paragonata al re-
sto del Paese, ma che può migliorare il suo rapporto con i cittadini. Lo pos-
siamo fare fornendo nuovi obiettivi: far diventare la pubblica amministrazione
trentina un modello a livello europeo; implementare un piano di formazione,
professionalizzazione continua dei dipendenti pubblici in modo da renderli
sempre più parte attiva dell’amministrazione; assicurare tempi e risposte certi
e veloci per cittadino e imprese.
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