vacciniZeni critico: «Le parole del vicepremier sono pericolose. Sulla modalità degli obblighi si può discutere»
di Silvia Pagliuca. Corriere del Trentino 24/06/2018
TRENTO «Comprendo alcune criticità organizzative che sicuramente l’ Alto Adige deve affrontare avendo una copertura così bassa, ma sarebbe gravissimo se Kompatscher fosse d’ accordo con Salvini anche nel merito di quanto affermato sui vaccini».
L’ assessore provinciale alla Salute e alle Politiche sociali Luca Zeni non usa mezzi termini e, oltre a stigmatizzare l’ ennesima uscita del titolare del Viminale, intende chiarire che certe posizioni non sono accettabili: «Le parole di Matteo Salvini sui vaccini sono molto gravi, creano un cortocircuito tra politica e istituzioni sanitarie per soli fini propagandistici e potrebbero vanificare quanto di buono è stato fatto».
Sulla sintonia espressa dal governatore altoatesino spiega: «Sono convinto, conoscendo Kompatscher, che le sue considerazioni fanno riferimento a un’ eventuale revisione delle modalità di obbligo vaccinale. Una posizione legittima, come detto, vista anche la loro situazione peculiare. Opinabile, sicuramente, ma legittima. Sarebbe però gravissimo se condividesse anche nel merito le esternazioni del vicepremier che, come abbiamo visto, sono state criticate e stigmatizzate dall’ intera comunità scientifica».
Il vicepremier leghista ha infatti sostenuto che «dieci vaccini sono inutili, dannosi e pericolosi», appellandosi al «dovere istituzionale». «È legittimo, per un politico, chiedersi se ci sono altre modalità per far applicare l’ obbligo vaccinale o se si possono evitare certi tipi di sanzioni per i non conformi, ma non si può mettere in dubbio la comunità medico-scientifica che su questo tema ha preso posizioni chiare ribadendo quanto i vaccini siano sicuri, efficaci e indispensabili», rileva Zeni, ricordando che in Trentino l’ applicazione della legge ha avuto risultati molto positivi, portando al 94% le coperture per l’ esavalente, in precedenza ferme al 90%, e al 91% quelle per il morbillo, in passato pari all’ 87%. «Non vorrei che il riaccendersi del dibattito e la nuova linea adottata dal governo, che fa già pensare a un cambio di marcia su questi temi, possa annacquare tali risultati», commenta l’ assessore. Quanto alla linea della Provincia, ribadisce che applicherà, come sempre fatto, la legge nazionale anche sulle ammissioni a scuola. Dunque, a meno di futuri cambiamenti, da settembre i bambini tra i 3 e i 6 anni di età non conformi agli obblighi vaccinali resteranno fuori dai cancelli delle scuole d’ infanzia.
Secondo gli ultimi dati, i casi ancora non in regola sarebbero 164 e sono già partiti i verbali di contestazione. Se entro 30 giorni dalla data di ricevimento, i genitori non correranno ai ripari, scatteranno le sanzioni con, appunto, la possibile esclusione da scuola per i più piccoli.
Arno Kompatscher, lo ricordiamo, già nei mesi scorsi aveva adottato una «linea morbida», preferendo gli incontri informativi con i genitori e l’ eventuale applicazione successiva delle sanzioni, più che l’ esclusione dagli asili: «Siamo e restiamo convinti che i vaccini proteggano e salvino vite. Ma siamo ugualmente convinti che il diritto alla salute non possa essere contrapposto al diritto alla formazione. In questo – riconosce – ci vediamo confermati dalle affermazioni del ministro Salvini».