Interrogazione n.

TANTO TUONO’ CHE PIOVVE”

Gli eccezionali eventi atmosferici che hanno colpito anche il territorio provinciale alla fine dello scorso mese di ottobre, oltre ad aver arrecato danni non indifferenti a persone, immobili e cose, hanno soprattutto causato una grandiosa quantità di schianti boschivi. Interi boschi sono stati spazzati via dalla furia del vento, creando e ricreando panorami nuovi – e spesso oltremodo desolati – e cambiando, al contempo, la morfologia stessa del territorio.

Con puntuale tempismo, il neo eletto Presidente della Provincia, accompagnato anche dal Presidente uscente, ha visitato vallate e realtà che hanno subito la furia degli elementi ed ha promesso interventi immediati e risolutori 

almeno dell’emergenza. Nell’apprezzarne lo sforzo compiuto dal Presidente e dalla Giunta provinciale, che ogni venerdi ancora si riunisce in un luogo colpito a testimonianza di una vicinanza concreta e che si spera non si esaurisca nelle forme del turismo istituzionale, si è però registrata anche una sovrapproduzione di dichiarazioni, di intenti, di assicurazioni, secondo una moda tutta italica dove la prima risposta alle emergenze è sempre quella delle promesse.

Dagli organi di stampa e dalle comunicazioni stesse dell’Ufficio Stampa della Provincia si è poi appreso notizia della costituzione di un “tavolo” fra Provincia e Rappresentanti della “filiera foreste – legno – energia”, ovvero proprietari pubblici e privati del boschi, imprese di utilizzazione boschiva e segherie, “tavolo” al quale ha partecipato pure il Presidente della Provincia ed in tale sede l’Amministrazione provinciale ha affermato che, dopo gli interventi di immediata urgenza, quella relativa al patrimonio forestale rappresenta la maggiore emergenza da affrontare con la massima tempestività. 

In tale direzione quindi la Provincia pare si sia impegnata a:

- elaborare una mappatura dei danni subiti dal patrimonio forestale trentino, nel suo complesso;

- presentare un piano di interventi per affrontare la situazione, anche autorizzando deroghe alla normativa in vigore, al fine di poter procedere alla rimozione, nel più breve tempo possibile, degli alberi abbattuti e comunque in tempi compatibili a preservare l’integrità del legname, evitando infestazioni parassitarie nei boschi;

- attuare una strategia di graduale immissione del legname nel mercato, con lo scopo di evitare che l’eccesso di offerta possa produrre un drastico calo dei prezzi del legname stesso.

Finalmente, tanto tuonò che piovve ed oggi, a distanza di quasi tre mesi dagli eventi accaduti, la situazione, per quanto dato sapere, pare essere la seguente:

- per quanto attiene la mappatura dei danni subiti dal patrimonio boschivo totale, una stima di larga massima indica in circa settemila gli ettari di bosco schiantati, con circa due milioni di metri cubi di legname a terra;

- in data 28 dicembre poi è stata, finalmente, emanata un’ordinanza del Presidente della Provincia, afferente gli interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l’emergenza connessa con gli schianti boschivi.

Tale ordinanza, che ricalca in maniera quasi pedissequa quella emanata il 15 novembre scorso (n. 558) dal Capo del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, prevede la redazione, da parte della Struttura competente in materia di foreste di un “Piano d’azione per gli interventi di esbosco e ricostruzione dei boschi danneggiati dagli eventi eccezionali nei giorni correnti fra il 27 ed il 30 ottobre 2018”. Questo “Piano” che individua finalità ed ambiti di intervento nonché i”soggetti attuatori” ai quali affidare la realizzazione degli interventi e le varie deroghe alla disposizioni normative provinciali vigenti, sarà poi approvato dal Presidente della Provincia.

Nella cosiddetta “emergenza schianti” dunque, l’Amministrazione provinciale non pare certo aver brillato, almeno fino ad ora, per rapidità ed efficienza nel mettere in campo una sua strategia d’azione ed anzi pare evidente che, pur essendo la Provincia dotata di competenze primarie nella materia, ci si sia affidati agli orientamenti dello Stato, rinunciando in tal modo ed anche in questo settore che ha sempre rappresentato una delle punte avanzate del modello autonomistico,, ad una quota rilevante nell’esercizio dell’autonomia provinciale. Giova qui inoltre rammentare come la vicina Provincia autonoma di Bolzano, per analoghi eventi, ha già predisposto ed avviato gli interventi, nonché stabilito i contributi erogabili in favore dei proprietari forestali, contributi che si collocano dentro una fascia che va dai dieci euro ai sedici euro per metro cubo a seconda delle diverse situazioni di esbosco, per la rimozione degli alberi abbattuti.

Mentre a Bolzano insomma ci si muove con rapidità e concretezza, a Trento, nonostante l’abbondare di dichiarazioni pubbliche, emerge una assai scarsa capacità di “governance” del settore ed una mancanza plateale di metodo programmatorio, nell’affrontare la complessità delle questioni poste da quest’emergenza.

Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di poter interrogare la Giunta provinciale per sapere:

1) quali sono i tempi previsti per l’approvazione del “Piano di attuazione degli interventi” e quali siano le ragioni per il ritardo accumulato dall’Amministrazione provinciale nell’attivazione del suddetto “Piano”;

2) per quali motivi – e fino al corrente mese di gennaio – l’ordinanza citata in premessa non ha trovato alcun spazio nel sito istituzionale della Provincia e nelle comunicazioni ufficiali della stessa attraverso il suo Ufficio Stampa;

3) a quanto ammontano le risorse finanziarie che si intendono stanziare per far fronte subito all’ ”emergenza schianti” e se si ritiene di prevedere forme di contributo finanziario in favore dei proprietari forestali per il materiale legnoso esboscato, analogamente a quanto già fatto dalla vicina Provincia autonoma di Bolzano;

4) se si è a conoscenza del fatto che diversi proprietari forestali, sia pubblici che privati e nelle more dell’attività provinciale, hanno iniziato da tempo ed autonomamente interventi di recupero degli schianti e di realizzazione di piazzali di deposito del materiale legnoso e,in caso di risposta affermativa, quali sono state le modalità autorizzative applicate dall’Amministrazione provinciale nella fattispecie;

5) quali sono i motivi, se ci sono, per i quali nell’ordinanza non sono state previste deroghe all’art. 98 della L.P. n. 11/2007 “Disposizioni forestali provinciali”, considerato che le disposizioni in vigore in presenza di schianti meteorici sono funzionali per gli schianti “normali” che ogni anno interessano i boschi trentini, ma non sono ragionevolmente applicabili nell’attuale situazione di eccezionalità;

6) se non si reputa che nell’ordinanza sia stata del tutto sottovalutata la situazione della proprietà forestale privata, che va ricordato ricopre il 24% dell’intera superficie forestale provinciale, colpita anch’essa da estesi danni e per la quale si prevede nel “Piano” l’obbligo di rimozione degli schianti, obbligo che se non viene ottemperato da proprietari nei tempi previsti dal “Piano” medesimo, dovrà essere ottemperato dal Comune amministrativo competente in via sostitutiva e senza alcun riconoscimento economico ai proprietari stessi. Si chiede inoltre di sapere se tutto ciò vale anche nel caso di introiti economici derivanti dalla vendita del legname recuperato ed al netto degli oneri di recupero;

7) in quale misura di intende stabilire il versamento previsto dall’art. 3 comma 7 dell’ordinanza – fissato in percentuale degli introiti derivanti dalla vendita del legname schiantato – e per quali ragioni non si è tenuto affatto conto della richiesta dell’Associazione delle A.S.U.C. trentine per derogare da tale versamento;

8) quali sono, nel dettaglio, i poteri e le competenze affidate nella fattispecie relativa agli schianti boschivi al neonominato “Commissario – coordinatore”, individuato peraltro in una figura della Dirigenza generale della Provincia, per la ricostruzione dei danni da maltempo, atteso che il medesimo non viene mai nominato nell’ordinanza e pare non avere nessun ruolo nella predisposizione del “Piano di interventi” citato ed affidato invece al Servizio Foreste della Provincia;

9) se non si ritene di dover predisporre da parte della Giunta provinciale, per eventi di questo tipo e particolarmente significativi per estensione e complessità, un apposito “Piano di emergenza” ai sensi dell’art.22 della L.P. n. 9/2011, considerato che eventi come quelli dello scorso mese di ottobre non si può dire che non possano essere previsti, dato che in tempi anche molto recenti eventi simili – ed anche più gravi – hanno interessato diversi Paesi europei, se è vero com’è vero che da gennaio a settembre dell’anno 2018 in quattro Paesi europei si sono ripetuti eventi climatici estremi con 51,5 milioni di metri cubi schiantati, mentre nel 2014 e nella sola Slovenia sono schiantati 9 milioni di metri cubi e nel 2017 , sempre in Slovenia, altri 8,5 milioni di metri cubi.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

- avv. Luca Zeni -