La “capitana” della nave Sea Watch Carola Rackete, dopo il suo arresto, avvenuto secondo le norme vigenti in questo Paese, si è appellata al concetto dello “stato di necessità”, per giustificare il mancato rispetto delle ordinanze dello Stato italiano in merito all’attracco in uno dei suoi porti.
Lei ha agito comunque e adesso è in stato di fermo in
attesa delle decisioni della Magistratura competente.
Il “capitano” del vascello trentino Maurizio Fugatti, dopo il
diniego del Ministero competente alla captivazione dell’orso M.49, si è appellato al concetto dello “stato di necessità”, per giustificare il mancato rispetto delle prescrizioni ministeriali in merito al trattamento della fauna selvatica, che è bene indisponibile dello Stato.
“Mala tempora currunt” insomma per chi agisce in “stato di necessità”, come Rackete e Fugatti.
Entrambi infrangono le disposizioni normative vigenti nella nostra Repubblica, con la differenza che la prima verrà a breve espatriata, mentre per il secondo il destino è segnato: rimanere in Trentino a sopportare Kaswalder.
In alternativa si prospetta, al massimo, la deportazione sui Monti Lessini con la possibilità, per evidente “stato di necessità” di caccia al lupo a mani nude.

carolafugatti