Lo dico chiaro: garantire la scuola in presenza dev’essere una priorità per tutti.
Bambini e ragazzi hanno bisogno di relazione, di fisicità, nella loro crescita.
Per questo ho difeso alcune scelte della giunta che andavano nella direzione di tutelare questo obiettivo (ad esempio una doppia positività e non una sola per la quarantena delle classi).
Questa volta sono molto perplesso dalla decisione della Provincia (ancora una volta improvvisa e senza un percorso di confronto con chi queste scelte deve poi attuarle).
Le scuole sono chiuse da due settimane, e tra pochi giorni ci saranno le vacanze di Pasqua.
Il Trentino rimarrà zona rossa, ma la Provincia decide di forzare giuridicamente rispetto alle disposizioni nazionali, per riaprire nidi, asili e elementari per 3 giorni. E poi chiudere tutto fino a dopo Pasqua.
È vero che tutti chiediamo di riaprire prima possibile, ma questa scelta sembra solo simbolica, più dettata dalla volontà elettorale di accontentare una richiesta diffusa, che dalla logica.
In questa situazione forse sarebbe stato più saggio non aprire una finestra di tre giorni, dopo due settimane di DAD e prima di una settimana di vacanze, col rischio di compromettere parte dei sacrifici fatti. Per 3 giorni era meglio tenere duro tutti e riprendere in presenza con la curva dei contagi in calo dopo Pasqua.
Speriamo di non dover pagare certe scelte tra qualche settimana.