sci alpinismo LZ

Nel corso del Consiglio provinciale sul bilancio, ho proposto un ordine del giorno che si occupava a 360 gradi dell’attività ludico-sportiva in montagna in inverno, sottolineando in particolare l’importanza di favorire la conoscenza della montagna e dei propri limiti, perché la disciplina della vita in montagna non deve basarsi sui divieti ma sulla consapevolezza.

L’ordine del giorno originale proponeva di favorire i percorsi di formazione, con il coinvolgimento degli esperti della montagna. Purtroppo questa parte non è stata recepita dalla maggioranza in Provincia.

E’ stato invece trovato un accordo, approvato dal Consiglio provinciale, rispetto alla possibilità di risalita delle piste per gli sci alpinisti, prevedendo l’impegno per la giunta ad attivare immediatamente “un confronto con gli esercenti funiviari, con i professionisti della montagna e con le associazioni e federazioni sportive rappresentative dello sci alpinismo, volto ad instaurare una fattiva collaborazione focalizzata alla definizione di modalità “in sicurezza” per la convivenza e per la coesistenza delle differenti pratiche sportive che interessano, nello specifico, le piste da sci“.

La possibilità di una disciplina puntuale (nell’odg originale, che riporto sotto, si elencano alcuni esempi) dipende dalla buona volontà degli attori in gioco e della Provincia di essere “persuasiva”. Cercheremo di mantenerla pressata.

Il testo  dell’odg approvato:

Premesso che

l’epidemia di Covid-19 ha portato alla decisione da parte del governo nazionale di rinviare l’apertura degli impianti di risalita almeno fino al 7 gennaio, al fine di contenimento del contagio e per evitare un sovraccarico per gli ospedali, a causa del prevedibile impatto degli infortuni sui reparti di ortopedia;

la chiusura degli impianti, e le limitazioni alla mobilità interregionale e tra Stati, rappresenta un grave problema per il sistema turistico trentino, con potenziali perdite economiche rilevantissime.

A tale riguardo è particolarmente importante che tutti i soggetti direttamente o indirettamente interessati si facciano parte attiva affinché a livello nazionale, ai sensi dell’articolo 1, comma 10, lettere oo del DPCM 3 dicembre 2020, vengano validate dal CTS e adottate dalla Conferenza delle Regioni e Provincie autonome le linee guida per la riapertura degli impianti, già formalmente proposte dalla medesima Conferenza alle istituzioni nazionali il 23 novembre 2020, al fine di permettere la riapertura in sicurezza degli impianti di risalita.

La fruizione della montagna non è però solo legata agli impianti di risalita, ma anche alle altre forme di attività sportiva o ludico amatoriale quali le ciaspole, lo sci di fondo e lo sci d’alpinismo.

Nel mentre con l’ultima ordinanza del Presidente Fugatti è stato precisato che queste attività sono già da subito esercitabili per quanto riguarda lo sci d’alpinismo, nell’ottica di riapertura degli impianti di risalita e quindi dello sci alpino il prossimo 7 gennaio 2021, è opportuno che venga riaperto un tavolo di confronto tra i soggetti interessati, al fine di poter impostare e, se possibile, condividere delle modalità di convivenza di detta disciplina con lo sci alpino, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 48 ter della L.P. 7/1987.

Tutto ciò premesso, il Consiglio impegna la giunta provinciale:

ad avviare in tempi immediatamente successivi all’entrata in vigore della presente legge un confronto con gli esercenti funiviari, con i professionisti della montagna e con le associazioni e federazioni sportive rappresentative dello sci alpinismo, volto ad instaurare una fattiva collaborazione focalizzata alla definizione di modalità “in sicurezza” per la convivenza e per la coesistenza delle differenti pratiche sportive che interessano, nello specifico, le piste da sci.

Il testo dell’odg originale depositato:

Premesso che

l’epidemia di Covid-19 ha portato alla decisione da parte del governo nazionale di rinviare l’apertura degli impianti di risalita almeno fino al 7 gennaio, al fine di contenimento del contagio e per evitare un sovraccarico per gli ospedali, a causa del prevedibile impatto degli infortuni sui reparti di ortopedia;

la chiusura degli impianti, e le limitazioni alla mobilità interregionale e tra Stati, rappresenta un grave problema per il sistema turistico trentino, con potenziali perdite economiche rilevantissime. Per poter limitare i danni, è importante lavorare su due livelli principali:

- predisporre tutto il necessario per creare le condizioni per la riapertura degli impianti dopo il 7 gennaio, sia con linee guida rigorose (che necessiteranno dell’approvazione dell’ISS), per il comportamento sugli impianti ma anche negli altri luoghi legati all’ospitalità turistica, sia con un’organizzazione ospedaliera in grado di gestire l’aumento di interventi dovuti a infortuni sugli sci;

- rafforzare la diversificazione dell’offerta turistica trentina, promuovendo l’attività all’aria aperta, come lo sci da fondo, le ciaspole, lo sci escursionismo. Tale diversificazione – che non può essere sostitutiva dello sci da discesa, ma integrativa, rappresenta un miglioramento dell’offerta turistica a prescindere dalla fase attuale, ma oggi è una necessità. Non devono tuttavia essere nascosti i problemi legati ad un incremento nelle discipline della montagna da parte di persone non esperte. Per questo occorre accompagnare questo percorso con una corretta informazione, ad esempio:

- con la proposta di attività “sicure”, su percorsi predefiniti e verificati, anche coinvolgendo l’associazione dei rifugisti;

- con momenti di formazione rispetto ai rischi sulla neve, per accrescere la conoscenza della montagna, anche coinvolgendo la SAT e gli esperti del settore;

- con incentivi per le attività con guide alpine e persone esperte.

Chi vive in montagna sa che non sono mai i divieti la soluzione, ma la consapevolezza, la conoscenza dei rischi della montagna e dei propri limiti.

Proprio l’aumento della presenza delle persone in montagna porta a ritenere opportuno disciplinare e favorire la possibilità di utilizzo delle piste da sci per la risalita, al fine di ridurre i rischi della pratica in neve fresca da parte di persone non esperte, in generale, ed in particolare ora che gli impianti di risalita sono chiusi;

la legge 21 aprile 1987, n. 7, legge provinciale sugli impianti a fune, all’articolo 48 ter, pur confermando la norma generale relativa al divieto di risalita delle piste con gli sci ai piedi, prevede

comunque di poter favorire la pratica sportiva consentendo la risalita delle piste da sci a bordo pista con attrezzatura da sci-alpinismo nei casi e alle condizioni stabilite dal regolamento di esecuzione, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del nuovo articolo;

dal 2012 la Provincia non ha provveduto all’adozione del regolamento di esecuzione;

nel corso degli ultimi anni la pratica dello sci-alpinismo sta vivendo una fase di crescita considerevole, con migliaia di praticanti tra i trentini e gli ospiti della nostra provincia e che si ritiene strategico per il nostro sistema turistico poter offrire agli interessati luoghi ove poter praticare questo sport con la maggiore sicurezza possibile, anche in orari mattinieri o serali quando in particolare centinaia di atleti si allenano per le gare sportive che si svolgono di norma nei fine settimana;

in passato la sezione impianti a fune di Confindustria Trento, si era dichiarata “pronta ad individuare un ridotto numero di piste, da utilizzare in giornate ed orari ben definiti e condivisi, quali area di prova per verificare l’effettiva possibilità di far convivere diversi tipi di sciatori sulla stessa area sciabile e per raccogliere dati e informazioni utili per massimizzare l’efficacia delle scelte del tavolo di lavoro citato sopra”. Oggi il sistema si basa sul “buon senso” dei gestori dei singoli impianti di risalita e degli sci alpinisti che risalgono;

regolamentare l’utilizzo delle piste da sci per lo sci alpinismo è possibile, ad esempio si potrebbe prevedere:

- di consentire la risalita delle piste fra due ore prima dell’alba e l’ora di apertura degli impianti e dopo la chiusura degli impianti di risalita;

- di riservare per la risalita con attrezzatura da sci-alpinismo, una o più piste di ogni stazione sciistica in alcuni orari della giornata dopo la chiusura degli impianti;

- di riservare spazi appositamente segnalati alla risalita con attrezzatura da sci- alpinismo durante l’orario di apertura degli impianti;

- di individuare e segnalare almeno un percorso per la pratica dello sci-alpinismo che permetta di immettersi nelle piste da strade forestali o sentieri segnalati;

- di segnalare presso gli impianti di risalita anche gli itinerari per la risalita nei pressi delle piste con gli sci da alpinismo;

posto che è interesse di tutti i frequentatori della montagna operare secondo modalità concertate con i professionisti e con gli imprenditori che vi operano,

IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

impegna la Giunta provinciale

1. a predisporre tutto il necessario per creare le condizioni per la riapertura degli impianti dopo il 7 gennaio, sia con linee guida rigorose (che necessiteranno dell’approvazione dell’ISS), per il comportamento sugli impianti ma anche negli altri luoghi legati all’ospitalità turistica, sia con un’organizzazione ospedaliera in grado di gestire l’aumento di interventi dovuti a infortuni sugli sci;

2. ad avviare un percorso di informazione, anche attraverso l’attività di Trentino marketing e le associazioni alberghiere, promuovendo in particolare attività “sicure”, su percorsi predefiniti e verificati coinvolgendo gli esperti della montagna, organizzando momenti di formazione rispetto ai rischi sulla neve, per accrescere la conoscenza della montagna;

3. a predisporre incentivi economici per favorire le attività con guide alpine e persone esperte.

4. ad avviare in tempi immediatamente successivi all’entrata in vigore della presente legge un confronto con gli esercenti funiviari, con i professionisti della montagna e con le associazioni e federazioni sportive rappresentative degli sci alpinisti al fine di pervenire all’approvazione del regolamento di esecuzione previsto dalla legge sugli impianti a fune, per favorire la pratica dello sci-alpinismo anche sulle piste da sci e la coesistenza con le altre pratiche sportive ivi praticate