Di seguito il resoconto dell’interrogazione discussa in aula in merito alla richiesta di restituzione di contributi per assistenza sanitaria per persone in difficoltà, in seguito ad alcune irregolarità compiute dalla pubblica amministrazione per il comportamento doloso di un funzionario infedele. In casi come questi, dovere delle istituzioni è trovare una soluzione che non gravi proprio sulle persone più in difficoltà.
Interrogazione n. 1514/XV, ‘Irregolarità nella gestione dei procedimenti relativi all’assegnazione dei sussidi economici per l’assistenza sanitaria’, proponente cons. Zeni
PRESIDENTE: Prego, consigliere Zeni.
ZENI (Partito Democratico del Trentino): Grazie, Presidente. Questa è un’interrogazione che riguarda una questione molto grave nella sua fattispecie e nelle sue modalità e si cerca di capire quanto è estesa, come conseguenze e ricadute. I fatti sono questi: un funzionario della Comunità di Valla Alta Valsugana nel corso degli anni ha compiuto delle truffe ai danni dell’ente pubblico e dei cittadini, accertato con sentenza penale del dicembre 2014.
Questo funzionario falsificava la documentazione relativa alle richieste di contributi per assegni di cura, reddito di garanzia e integrazioni, quindi, legate a questo tipo di richieste di contributi, truffava quindi l’ente pubblico perché falsificava lui le carte e poi truffava i cittadini perché chiedeva loro indietro una parte di queste somme, facendo ricevute false, adducendo motivazioni varie, “ci sono stati degli errori, devi restituire una somma”, intascandosi così una cifra.
C’è stata una condanna per truffa, sia verso l’ente pubblico sia verso i cittadini riconosciuti parte civile, adesso, in seguito a questo, è iniziata una serie di controlli, dal 2006 in poi, prevedendo una prescrizione decennale. Hanno iniziato a chiedere la restituzione delle somme erogate, con dei criteri che, evidentemente, erano stati falsificati, per cui magari c’era un ICEF un po’ superiore o meno.
Parliamo comunque di casi socialmente molto rilevanti, perché parliamo di assegni di cura verso indigenti, disabili, anziani, eccetera. Si voleva capire, con questa interrogazione, quale fosse il complesso delle conseguenze, quanti sono questi casi, dal 2006 a oggi, visto che si stanno richiedendo indietro quei contributi concessi e pare che ad alcune famiglie chiedano anche parecchie decine di migliaia di euro per il totale degli anni; e quant’è la somma complessiva per la quale si sta agendo. Grazie.
PRESIDENTE: Grazie, consigliere Zeni. Risponde l’assessora Borgonovo Re.
BORGONOVO RE (Assessora alla salute e solidarietà sociale – Partito Democratico del Trentino): Grazie, Presidente. Purtroppo per l’acquisizione degli elementi informativi più dettagliati noi abbiamo trasmesso alla Comunità Alta Valsugana e Bernstol, che è l’ente competente all’erogazione delle somme nel periodo indicato.
Abbiamo sentito la responsabile, che ci ha anticipato alcune informazioni, ma non appena riceveremo le informazioni complete le trasmetteremo senz’altro al consigliere.
Quello che salta subito all’occhio sono due profili: intanto abbiamo 203 posizioni, che non significano 203 persone diverse, perché alcuni nomi ricorrono, ma comunque 203 posizioni, per un totale di importi revocati di € 885.304. Finora la Comunità è riuscita a rientrare, mi pare, di poco più di € 110.000, quindi gli importi che devono ancora essere incassati sono € 667.000. Questo è il riepilogo totale delle somme che devono essere recuperate.
Qui ci viene fatto notare che sono stati diversi i ricorsi presentati al Tribunale di giustizia amministrativa. Alcuni sono ancora in corso, ma otto sentenze del Tribunale di Trento hanno affermato il principio della ripetizione delle somme indebitamente corrisposte, che ha un carattere di doverosità e costituisce esercizio non rinunziabile, da parte dell’amministrazione, di un vero e proprio diritto soggettivo a contenuto patrimoniale.
Certo, il tema della rateizzazione, della dilatazione dei tempi di recupero, dalle informazioni che abbiamo raccolto, dalla Comunità di valle, è frequentato dalla Comunità. Questo, naturalmente, è un percorso che deve il più possibile favorire il recupero delle risorse, senza però mettere le persone che, loro malgrado, sono state vittime ma anche utilizzatrici di somme non dovute, in situazioni di ulteriore difficoltà e fragilità.
PRESIDENTE: Grazie, assessora Borgonovo Re. Consigliere Zeni.
ZENI (Partito Democratico del Trentino): Grazie, assessore. Qui in realtà, i profili mi paiono essere due, uno quello giuridico, l’altro quello politico. Dal punto di vista giuridico, ha giustamente ricordato l’assessore, ci sono stati alcuni ricorsi al Tar, dove il Tar ha dichiarato la non fondatezza del ricorso stesso, peraltro ricorsi che sono pendenti in Consiglio di Stato, a quanto mi risulta, quindi il cui iter non è ancora concluso. Sentenze del Tar che sono antecedenti alla sentenza penale, dove si accerta il dolo, perché comunque il Tar ricorda anche che, nel momento in cui c’è una documentazione che non corrisponde a quelli che erano i requisiti, c’è una colpa, ma in questo caso c’è anche il dolo del funzionario che ha falsificato quei documenti. Dal punto di vista giuridico, quindi, la questione è aperta. In ogni caso può essere vero che nel momento in cui non c’erano i requisiti, perché è stato poi falsificato, può esserci questo principio generale, che dirà il Consiglio di Stato o meno.
La domanda che io pongo su cui, confesso, non ho una risposta blindata e assolutamente forte, è politica: in questo momento abbiamo comunque una pubblica amministrazione che, attraverso un funzionario infedele, con dolo, ha portato a questa situazione. Stiamo chiedendo a dei cittadini comunque deboli, che hanno avuto bisogno e hanno utilizzato quelle somme per assistere la persona malata vicina, stiamo chiedendo indietro delle somme risalendo fino al 2006 – tra l’altro questi ricorsi sono per somme del 2011, 2010 e dicono anche “visto che chiedete anni molto vicini è anche ragionevole”.
La domanda è se politicamente non sia il caso di fare una valutazione e dire – io adesso non ho una soluzione – “cerchiamo di trovare il modo per cui, a livello di valutazione politica e sociale, interveniamo per ridurre le conseguenze sulle famiglie che adesso si trovano ex-post, a distanza anche di nove anni, a richiedere indietro delle somme”.
È una situazione che su tanti campi, in particolare quello economico, spesso viene fatta, perché sappiamo che ci sono delle valutazioni dove il legislatore dice “c’è stata evasione fiscale, ma faccio il condono”, “c’è stato un problema urbanistico ma faccio i condoni edilizi”, oppure “intervengo su imprese in difficoltà, dopo, per cercare di dare una mano di fronte all’interesse pubblico dell’occupazione”. La domanda è se politicamente non sarebbe doveroso, in questo caso, cercare delle modalità per ridurre le conseguenze che su queste famiglie rischiano di essere anche molto pesanti, a causa del dolo di un funzionario e, quindi, comunque di un comportamento dell’amministrazione. Grazie.
il testo dell’interrogazione assistenza
Discussion - One Comment
Pierluigi Fabbris
Jul 29, 2015 at 15:15
Non so cosa farà per tale situazione ora che è assessore a posto di Borgonovo Re.
Certo è che le somme sono state incassate anche se non dovevano e se si dilaziona nel tempo vanno calcolati gli interessi. Capisco che alcune persone sono in difficoltà ma non avevano diritto alla somma. Quando torneranno indietro i soldi di cui non avevano diritto?
Parlando dei condoni edilizi e dei condoni per evasioni si vuole scegliere la strada della compassione ma non è che in tal modo si incentivano casi simili visto che tanto alla fine si sarà compassionevoli.
C’è poi il danno oltre che patrimoniale anche di immagine che lo stesso a creato. Come si fa a chiedere le tasse se poi i nostri soldi vengono così usati male. Il funzionario pagherà? Finirà in carcere? Sono stati bloccati i suoi soldi e quelli dei famigliari che hanno preso soldi? Chi doveva controllare e non ha controllato pagherà?