Tanta tanta amarezza.
Ho sentito qualcuno leggere in chiave politica il servizio di report sugli errori nella gestione dell’emergenza covid della giunta provinciale: “speriamo che contribuisca a far capire ai cittadini trentini l’inadeguatezza della giunta leghista”.
Mi dispiace ma non ci vedo niente di positivo in un servizio che mostra all’esterno un Trentino fatto di improvvisazione e incapacità programmatoria e gestionale.
Un servizio che si somma alla pubblicità negativa della campagna turistica pubblicitaria fatta con foto false (un lago serbo spacciato per il lago di Caldonazzo) e di denigrazione altrui (“tenetevi l’inquinamento, gli aperitivi e la settimana della moda..”) richiamati da tutti i media nazionali.
L’immagine negativa che ne esce danneggia tutto il Trentino, sul piano istituzionale, turistico, di credibilità.
Occorre cambiare velocemente registro, aumentando approfondimento, studio, programmazione.
Pensare – prima di fare le cose – aiuterebbe parecchio..
Il servizio di report:
Riporto l’interrogazione presentata:
NON E’ SOLO QUESTIONE DI IMMAGINE
Non si può pensare ancora e dopo tutto il dramma che abbiamo vissuto, che per fare politica e buona amministrazione sia sufficiente affidarsi agli spot propagandistici, dietro le cui immagini patinate, anche se magari “taroccate” e l’ottimismo irresponsabile, il più delle volte sembra celarsi un preoccupante vuoto di idee e di progetti.
Ne abbiamo avuto purtroppo una tangibile riprova in questi giorni, da un lato con l’ennesima triste esibizione televisiva di alcuni vertici istituzionali dell’autonomia in occasione della “riapertura” di una scuola d’infanzia in Valsugana e dove sembrava che la parola d’ordine fosse: “Tutto va ben, madama la marchesa!” e, dall’altro, con un servizio impietoso verso la gestione della Provincia autonoma di Trento dell’emergenza Covid a cura della trasmissione televisiva di Rai 3 “Report”, capace in poco tempo di rappresentare alcuni di quegli errori e di quei problemi, emersi durante le fasi acute della diffusione pandemica, che hanno reso il Trentino uno dei territori a più alto rischio.
Una trasmissione che lascia grande amarezza, per il danno di immagine e di credibilità per il Trentino, danno amplificato dall’atteggiamento dell’Assessore di merito che si sottrae alle proprie responsabilità istituzionali, che ricomprendono anche il dovere di informazione e di trasparenza.
Questa non è una questione politica, ma un problema di ben altra dimensione perché si viola, così comportandosi, il diritto del cittadino a conoscere tutti gli aspetti di tematiche che attengono la vita e l’esistenza individuale e collettiva.
Il Trentino ha così mostrato tutta quella debolezza che è oggi incarnata dall’attuale maggioranza provinciale, una maggioranza che ha fatto scelte improvvisate, basti pensare al ritardo nell’implementare i tamponi.
Ma non solo. “Errori” nella trasmissione dei dati, che poi si sono invece rivelati tragicamente primati di dolore, di morte e di contagio; difficoltà a separare il ruolo istituzionale da quello politico ed infine una, ormai evidente, assenza di qualsiasi rotta da seguire per affrontare, non tanto le inchieste giornalistiche, quanto piuttosto il ben più complesso panorama del domani immediato e del più ampio orizzonte temporale del futuro.
Non si vede infatti nemmeno l’ombra di una strategia economica degna di tale nome, mentre ci si affida alle molte “task force”, dalle quali peraltro non sembra fin qui pervenuta nessuna elaborazione progettuale, per delineare generiche soluzioni come l’indebitamento o l’emissione di “bond provinciali” per finanziare i bisogni più urgenti.
Allo stesso modo latitano anche le strategie politiche in materia sanitaria, al punto che l’Ordine professionale dei Medici trentini è costretto, per l’ennesima volta, a richiamare la Giunta provinciale al dovere di delineare un piano di emergenza concreto in previsione di una seconda ondata di contagi nel prossimo autunno/inverno.
Insomma si deve assistere, sempre più attoniti, alla mole di danni causati al Trentino dall’improvvisazione politica e amministrativa e dall’assenza di qualsiasi disegno programmatorio e di linee gestionali chiare, così come si è limitata a fotografare la trasmissione televisiva più sopra richiamata e che ha offerto purtroppo un quadro desolante di un territorio e di un’autonomia speciale decisamente lasciati allo sbando.
A ciò si aggiunge, infine, la totale mancanza di ogni coinvolgimento vero di tutti gli apporti possibili ed una complessiva arroganza di fondo che non favorisce il dialogo e rifiuta la collaborazione, scaricando costantemente le responsabilità proprie di chi è chiamato a governare su qualunque soggetto passi in quel momento a tiro della Giunta provinciale.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- quando la stessa intenderà rendere finalmente pubblici, ammesso che esistano, gli esiti dei lavori di consulenza e di programmazione posti in essere da tutte el “task force” fin qui attivate dalla Provincia per affrontare i problemi dell’emergenza Covid-19;
- se esiste ed eventualmente a che stadio è oggi l’elaborazione di un programma specifico di emergenza sanitaria, atto ad affrontare una possibile ripresa su vasta scala dei contagi nel prossimo periodo autunno/inverno;
- se esiste ed eventualmente a che stadio è oggi la definizione di diverse modalità di gestione delle R.S.A. e come questa si colloca all’interno del più generale tema dell’assistenza agli anziani.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
avv. Luca Zeni