Serata intensa a Madonna di Campiglio alla presentazione del libro Stilnovo di Matteo Renzi. Tutto si può dire del sindaco di Firenze, ma non che non sia un grande comunicatore. Nel merito sono stati toccati molti temi, sia riguardanti i rapporti politici ed il rinnovamento, sia di merito sulle difficoltà soprattutto per l’economia del Paese. Di seguito la traccia di un intervento di saluto che sono stato invitato a fare.
Buongiorno a tutti,
quando ho ricevuto dall’associazione Tre per Tre l’invito per un intervento di saluto alla presentazione di STIL NOVO, ho subito aderito con entusiasmo, perché il messaggio che sta lanciando al Paese Matteo Renzi è un messaggio di grande speranza, ed oggi ne abbiamo bisogno come dell’aria per respirare.
Nei giorni scorsi un sindaco di un comune non distante da qui mi diceva che sta seguendo con interesse il percorso di Renzi, perché con il suo dinamismo e con il suo coraggio rompeva il clima di rassegnazione generale, come se il declino fosse l’unico destino che ci attende: “abbiamo bisogno di credere in qualcosa, di ritrovare motivazione”, ha concluso quel sindaco.
Oggi abbiamo sentito direttamente da Renzi alcune chiavi di lettura che ci aiuteranno a comprendere la fase di grande cambiamento che stiamo vivendo e alcune proposte per rilanciare il Paese: in Stil novo Matteo Renzi parte dalla storia di Firenze per trovare spunti e connessioni con la realtà di oggi, perché la storia non è un percorso lineare, le fasi di crisi sono costanti nella storia dell’uomo, ed il loro esito dipende dalla nostra capacità di affrontarle.
Rompere gli schemi di un Paese con troppe rendite di posizione, garantendo davvero quelle pari opportunità che sono l’unica condizione per poter realizzare il principio di eguaglianza previsto dalla Costituzione, aprire porte e finestre senza aver paura di rischiare, questo è il messaggio di fondo che trovo in Stilnovo e che sento come filo conduttore di tante discussioni con le persone più diverse, perché oggi la distinzione non è tra giovani e meno giovani, ma tra inerzia e coraggio di guardare avanti, di ricercare sempre nuove soluzioni e visioni.
Il percorso sarà lungo e accidentato, ma una nuova fase per l’Italia passa dalla capacità della politica di rinnovare i suoi schemi, di coinvolgere le tante risorse e competenze di cui il Paese è pieno, senza paura. Con una proposta capace di tenere insieme, perché non c’è lavoro senza impresa, non c’è sviluppo senza ambiente, non ci sono cultura e ricerca senza territorio.
In questo quadro, sono convinto che le comunità locali possono fornire un contributo fondamentale, se saranno in grado di essere modello.
Oggi ci troviamo nel cuore delle Dolomiti di Brenta, in una delle poche zone alpine dove una comunità laboriosa ha saputo muoversi con dinamicità, pur senza perdere le proprie radici, evitando lo spopolamento della montagna. il Trentino sta facendo la sua parte per contribuire al risanamento dei conti pubblici, consapevole della difficoltà del Paese, ma al contempo vogliamo lavorare per far diventare patrimonio comune l’idea che soltanto responsabilizzando le comunità locali l’Italia saprà cambiare passo, secondo forme di autogoverno che realizzino davvero quel principio di sussidiarietà che tutti proclamano. In Stilnovo ho ritrovato le basi per affrontare questo tema, con il richiamo alla centralità delle città rispetto ad un apparato statale troppo pesante: il contributo che può dare il Trentino per una Repubblica delle autonomie può essere prezioso, pur con la consapevolezza che anche qui siamo coinvolti dai profondi mutamenti di quest’epoca, e che quindi dovremo sapere innovare e aprirci con convinzione.
Questo incontro cade all’indomani della giornata dedicata al ricordo di Alcide De Gasperi, che per noi trentini è come Dante per Firenze: amato da tutti, citato da tutti, da tutti tirato per la giacchetta spesso strumentalmente per legittimare percorsi politici.
Quello che dovremmo forse fare è semplicemente recuperarne lo spirito e lo stile: la responsabilità del comportamento personale, la sobrietà nell’uso delle risorse, la serietà dell’approfondimento, ma anche la voglia costante di mettersi in gioco ricercando nuove soluzioni. La responsabilità maggiore che ha oggi chi è chiamato a ricoprire ruoli politici, è lavorare in maniera aperta e trasparente, partendo dall’analisi e dai dati per poi fornire una visione di società, per restituire fiducia, soprattutto a quei giovani che si trovano a dover iniziare percorsi di vita con tante ombre davanti. Scriveva De Gasperi nel 1934, potremmo dire – se non rischiassimo di essere accusati di blasfemia – anticipando di sessant’anni Steve Jobs:
“La difficoltà maggiore che incontra un giovane oggi è quella di rimanere se stesso. La coscienza della propria dignità personale, la fierezza delle proprie convinzioni, la logica di un proprio stile, sono beni inestimabili che danno la gioia di vivere, l’orgoglio dell’operare. Prima e sopra ogni altra cosa badate dunque ad essere voi stessi. E poi siate ottimisti! Questo è il viatico che, se avessi l’autorità di farlo, lascerei ai giovani: siate voi stessi e siate ottimisti”.
Buon lavoro a Matteo Renzi