A Borgo in ospedale una donna se la prende con “una negra che non è neanche capace di parlare l’italiano”, e che è in realtà una dottoressa che l’ha appena visitata. A Levico e nei paesi vicini compaiono scritte naziste, inaccettabili e volgari, sui muri.
Proprio in questi giorni a livello nazionale si discute di un aumento dei fenomeni di razzismo e negli Stati Uniti delle stragi del suprematismo bianco.
In questo contesto fanno soltanto arrabbiare le parole di chi dovrebbe rappresentare le istituzioni e che invita, commentando gli insulti razzisti alla dottoressa trentina, “all’educazione e al rispetto”: ma stiamo scherzando?
Questi gravissimi episodi trovano il loro fertilizzante nella cultura dell’individualismo esasperato, nella politica che cerca sempre un nemico per compattare il gruppo di riferimento e ottenere consenso, e non sono certo riducibili a scortesia!
Invece di minimizzare, la Lega Salvini Trentino riveda le sue posizioni e inizi a parlare alla comunità trentina e non a alimentarne le divisioni.
Occorre infatti riprendere un lungo e faticoso lavoro culturale, per ritrovare le ragioni di una convivenza che si basi non sull’individualismo sovranista ma sulla relazionalità, unica chiave per il rispetto tra uomini e comunità.