di Chiara Bert – Trentino 09/08/16
L’ assessore Zeni: «I cittadini avranno un riferimento costante». Ora si tratta su orari e compensi: accordo entro settembrele nuove aggregazioni
TRENTO «I cittadini continueranno ad andare dal loro medico di base, che resterà dov’ è ora. Semplicemente, mettendo i medici di famiglia in rete, avranno un riferimento anche quando il loro medico non è in ambulatorio, per tutto l’ arco della giornata».
L’ assessore alla salute Luca Zeni spiega così la novità contenuta nell’ accordo preliminare firmato il 4 agosto con i rappresentanti medici (Trentino di ieri, ndr). Ora si aprirà la trattativa sugli orari e sulla parte economica (i medici avranno un aumento di stipendio), con l’ obiettivo di chiudere la partita entro settembre.
Sul disegno che riorganizza il lavoro e la presenza del medico di famiglia si è però raggiunta un’ intesa importante, trovando un equilibrio tra posizioni in partenza molto lontane. Non si tratta di una previsione provinciale, ma di un processo nazionale che prevedeva diverse opzioni. Una, la più rigida e la più temuta dai medici, era quella delle «unioni» che consistono nell’ accorpare diversi medici in un’ unica sede. «Nelle realtà urbane può essere più funzionale e si potrà anche arrivarci – spiega l’ assessore – ma sarebbe stato complicato nelle valli, vista la conformazione del nostro territorio, con paesi anche molto distanti tra loro. Abbiamo scelto una soluzione che garantisce più flessibilità ed evita vincoli troppo rigidi».
La soluzione è quella delle «aggregazioni territoriali»: il territorio provinciale è stato suddiviso in 24 grandi aggregazioni tra medici di famiglia e 3 sub-unità minori che avranno un proprio coordinatore: si va dalle quattro aggregazioni della città di Trento, alle due di Rovereto e della val di Non, a quelle uniche per alcune valli (Rendena, Chiese, Primiero, Fiemme, Fassa, val di Sole, Cembra).
«I medici – spiega ancora Zeni – resteranno dove sono ma si daranno una turnistica in modo da coprire tutta la giornata e garantire un riferimento costante per i pazienti, che avranno un medico disponibile anche quando il loro medico di famiglia non c’ è, è assente o fuori ambulatorio. I medici saranno collegati in rete e dunque avranno a disposizione le cartelle dei pazienti».
«E in rete – sottolinea l’ assessore – si metteranno anche competenze e specializzazioni, una offerta sanitaria in più per il cittadino». Garantire una copertura durante tutta la fascia diurna punta certo all’ obiettivo di ridurre gli accessi (impropri) al pronto soccorso degli ospedali. «Le aggregazioni – insiste Zeni – sono un tassello importantissimo del nostro modello sanitario che si integra con le guardie mediche che operano di notte».
Ma proprio la riorganizzazione delle guardie mediche prospettata dall’ assessore sta dividendo gli operatori della sanità: favorevoli gli infermieri, critiche sono arrivate invece dalle opposizioni (Lega, Civica Trentina) e dalla Cisl medici secondo i quali con i tagli annunciati ci saranno zone che resteranno scoperte. «Tenere una guardia medica con tre interventi a notte, come accade oggi, non ha senso e non è sostenibile», risponde l’ assessore. «Il nostro piano prevede di passare da 154 a 108 guardie mediche ma saranno tutte stabilizzate – chiarisce – questo ridurrà il turn over, valorizzerà i medici e garantirà di più i pazienti».