Corriere del Trentino 27/04/2016
Interruzione volontaria di gravidanza Crescono i medici non obiettori di coscienza: rientrata la disparità del 2008
Interventi, meno 44% in otto anni.
Tempi d’ attesa ridotti, 57% delle procedure entro le due settimane dal certificato
Trento Non solo un’ operazione chirurgica, ma una scelta, spesso dolorosa da compiere e non sempre compresa. L’ interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) consiste nell’ intervento operativo di uno specialista dopo il concepimento, normato dalla legge 194 del 1978. In Trentino nel 2014 è stata praticata in 758 casi, il 44,2% in meno che nel 2006. Se nel 2008, poi, c’ era uno squilibrio tra i medici obiettori di coscienza e i ginecologi che garantivano questo diritto alle donne, ora il gap risulta pressoché colmato.
I dati sono stati forniti la scorsa settimana dall’ assessore alla Salute Luca Zeni in risposta a un’ interrogazione del consigliere della Civica Claudio Civettini che chiedeva lumi sulle cifre della pratica, sui sanitari disposti ad effettuarla e sul fenomeno della migrazione sanitaria, riscontrato anche per le Igv. «Negli ultimi anni si registra in provincia di Trento, come a livello nazionale – scrive l’ assessore – una progressiva e rilevante riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza. Infatti, nel 2006 si sono effettuati 1.358 interventi, mentre nel 2014 ne sono stati effettuati 758.
Nel periodo 2006-2014 si registra pertanto un calo del 44,2%, pari a meno 5,5% per anno».
L’ interruzione della gravidanza può avvenire, per legge, solo per volontà della donna ed entro i primi 90 giorni dal concepimento oppure oltre questo termine in caso di anomalie rilevanti o malformazioni pericolose per la salute della donna stessa. Sul tempo di attesa per la procedura possono incidere diversi fattori, quali il ciclo della paziente, eventuali necessità terapeutiche e urgenze. «In sintonia con la legge 194 e con le recenti indicazioni del Ministero di consentire la piena applicazione in tutte le aree della stessa legge – scrive sempre Zeni – i vari contesti territoriali hanno quindi migliorato questo parametro che indica che negli ultimi anni è leggermente aumentata la percentuale di Ivg effettuate entro 14 giorni dal rilascio del documento (il certificato di Ivg, ndr ): 59,6% nel 2011, 61,5% nel 2012 e 62,3% nel 2013. Il dato del Trentino riferito al 2014 (57,9% di casi con tempo di attesa entro i 14 giorni) risulta essere inferiore al dato nazionale del 2013 (l’ ultimo rilasciato), pari al 62,3%».
Per legge l’ obiezione di coscienza esonera il personale sanitario e ausiliario dal compimento della procedura dell’ Ivg, ma gli ospedali sono tenuti ad assicurare la possibilità di intervento. I medici obiettori in Trentino nel 2008 erano 26 su 35 totali (nove quelli che praticavano la procedura), cifra che nel 2009 è scesa a 19 su 34. Nel 2010 gli obiettori erano 22, 19 i medici che praticavano l’ interruzione, nel 2011 il rapporto era 21 a 15, nel 2012 era 24 a 17 e nel 2013 27 a 18. Nel 2014, invece, i non obiettori erano 20 contro i 27 obiettori. «I consultori della provincia hanno da tempo sviluppato modalità integrate di risposta alle richieste delle utenti, per cui una richiesta di certificazione Ivg presentata in consultorio non si traduce necessariamente e in modo obbligato in un intervento di Ivg, in quanto vengono applicate tutte le garanzie e le tutele previste dalla norma vigente», assicura Zeni.