kcravatta
OK ALLE BESTEMMIE E AI COMMENTI SESSISTI… PURCHÈ IN CRAVATTA
Udite udite: il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder ha richiamato i consiglieri provinciali uomini – per sobrietà – al rispetto del regolamento che prevede che indossino la giacca e la cravatta.
Queste sono le priorità di Kaswalder: poco importa delle bestemmie, dei commenti sessisti e di varie cadute di stile a cui spesso abbiamo assistito in aula consiliare. Protagonisti gli stessi membri della maggioranza per cui l’unica cosa che conta a quanto pare, per essere sobri, è la cravatta.
Insomma, importa come sempre solo l’immagine per non dover far vedere che, dietro, c’è il nulla cosmico… o il peggio cosmico.

QUANDO LA SOBRIETA’ E’ SOSTANZA

Forte di quella cultura del rispetto istituzionale, che fin dall’avvio della corrente Legislatura contraddistingue l’operato del Presidente del Consiglio provinciale, lo stesso emana in questi giorni una nota d.d. 16 giugno con la quale richiama l’art. 4 del “Regolamento sul comportamento dei Consiglieri e degli Assessori nell’ Aula consiliare”, richiedendo che “i consiglieri indossino la giacca e la cravatta, sancendo dunque un generale criterio di sobrietà cui tutti indistintamente dovrebbero uniformarsi.”

Si tratta senza dubbio dello stesso comportamento usato dal Presidente del Consiglio provinciale in alcuni momenti d’Aula, dove l’uso di improperi anche blasfemi ha testimoniato una sobrietà dialettica decisamente consona all’Istituzione; oppure potrebbe trattarsi della medesima sobrietà utilizzata per chiudere il rapporto di lavoro corrente con un suo dipendente e che sta costando alle casse pubbliche migliaia di euro. O ancora forse, il Presidente si riferisce a quella sobrietà che qualche Consigliere ha manifestato in Aula e fuori con “apprezzamenti” quanto meno ruspanti nei riguardi di altre Colleghe o con una carrellata di aggettivi con i quali vengono spesso apostrofati gli interventi dei Consiglieri di minoranza.

Diventa quindi essenziale condividere quanto il Presidente del Consiglio provinciale chiede a tutti i Consiglieri, ovvero “la vostra collaborazione sull’osservanza di tali previsioni, anche in rispetto del ruolo e delle funzioni proprie di un’Assemblea legislativa”.

Certo, perché è l’abito che fa il monaco, mentre è la parola che fa il maleducato.

Nell’esprimere pertanto gratitudine al Presidente del Consiglio provinciale per la sua nota, si interroga il medesimo per sapere:

- quante e quali censure, ai sensi degli artt. 87 e 88 del Regolamento del Consiglio provinciale sono state, a tutt’oggi, applicate nei ripetuti casi di intemperanza verbale che hanno contraddistinto particolarmente questa Legislatura;

- quanti e quali richiami ha rivolto il Presidente del Consiglio provinciale alla Giunta provinciale, nei casi in cui la stessa abbia delegato la sua rappresentanza ufficiale in eventi e manifestazioni a singoli Consiglieri di maggioranza, introducendo così una pratica del tutto difforme ed irrispettosa dei diversi ruoli istituzionali;

- cosa intende fare il Presidente del Consiglio provinciale per ottenere il rispetto pieno delle disposizioni contenute nella sua citata nota circolare d.d. 16 giugno 2022;

- a quanto ammonta attualmente il costo sostenuto dal Consiglio provinciale per il pagamento degli emolumenti spettanti all’ex dipendente dello stesso licenziato senza giusta causa.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

Cons. Luca Zeni