QUANDO I LAVORI DEL “POLO GIUSTIZIA”?

Recentemente, lo Stato ha trasferito la proprietà degli immobili dell’ ex “Casa circondariale” di Trento alla Provincia, la quale si è impegnata, a sua volta, a ristrutturare l’intero compendio immobiliare, al fine di trasferire in questa nuova sede tutti gli uffici del cosiddetto “polo Giustizia”.

Si tratta di una esigenza avvertita ormai da tutti gli attori del “sistema Giustizia” e non solo quindi dagli operatori dello stesso, bensì anche dal pubblico e dal Foro.

A tale proposito – e stante l’urgenza di poter radunare in un’unica area tutte le strutture che afferiscono al “polo giudiziario” – il Consigliere del P.D., Luca Zeni, ha depositato oggi una specifica interrogazione chiedendo alla Giunta provinciale il cronoprogramma dei lavori di ristrutturazione; quali di questi hanno carattere di “somma urgenza” e quali costi queste realizzazioni comporteranno a carico del bilancio provinciale.

 

Interrogazione 

NUOVA SEDE DEL “POLO GIUSTIZIA”:

QUALE CRONOPROGRAMMA?

E’ notizia recente quella della decisione di trasferire la proprietà dell’intero compendio immobiliare dell’ ex “Casa circondariale”, sita in via Pilati a Trento, dall’attuale intestatario e cioè lo Stato italiano alla Provincia autonoma di Trento.

Nell’accordo raggiunto, quest’ ultima poi si impegna a realizzare tempestivamente tutti gli interventi necessari ad ospitare in quegli immobili il cosidetto “polo giudiziario”, radunando così tutti gli Uffici del settore della Giustizia in un’ unica realtà, ivi compresi quelli del Giudice di pace, oggi allocati in via Petrarca a Trento.

Tale operazione rientra peraltro ed a quanto dato sapere, nell’ Accordo di Programma, sottoscritto tra i Ministeri dell’ Economia e Finanze, degli Interni, della Giustizia da un lato e dalla Provincia autonoma di Trento, dal Comune di Trento, dall’ Agenzia delle Entrate e dall’ Agenzia del Demanio dall’altro.

Si tratta di una scelta molto attesa, essendo gli immobili dell’ex carcere dismessi da anni, per migliorare una situazione resa ormai quasi insostenibile per una città come Trento, capoluogo di provincia e di regione e sede di Corte d’Appello. I

Il nodo dell’applicazione delle competenze statutarie in questa materia non è nuovo ed investe settori strategici, come appunto quello delle sedi, ma anche quello, parimenti urgente, del personale da formare e destinare poi alle competenti attività d’ufficio e del quale gli stessi Organi giudiziari avvertono un indifferibile urgenza.

D’altronde, come noto, il funzionamento del “sistema Giustizia” è essenziale per garantire la qualità stessa della vita delle persone e l’attrattività del sistema economico, allo scopo di garantire al cittadino uno svolgimento del contenzioso secondo le modalità previste dall’ordinamento, entro ragionevoli tempi di soluzione delle cause civili e penali. A fronte di questa esigenza fondamentale, la Regione autonoma Trentino Alto Adige/Südtirol si è pur mossa recentemente, “fissando una strategia di recupero delle gravissime scoperture del personale degli Uffici giudiziari, prevedendo la possibilità di copertura integrale dei posti vacanti in pianta organica”, ai sensi del disposto dell’art. 14, comma 1, della Legge regionale n. 3/2019 (dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale in discussione della mozione n. 20/2020) ed, a fine gennaio 2022, sono stati assunti 25 assistenti giudiziari, mentre si attendono ulteriori interventi.

A fronte di tutto ciò e dell’avvenuto cambio di proprietà degli immobili dell’ex carcere, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- con quale cronoprogramma la stessa prevede di dare avvio ai lavori di ristrutturazione degli immobili dell’ ex “Casa circondariale” di Trento, per destinare gli stessi al cosiddetto “polo della Giustizia”;

- quali lavori sono stati individuati come “di massima urgenza”, posto che l’intera struttura è fatiscente e necessita di rapide e tempestive manutenzioni;

- quali costi ed a carico di quale bilancio sono stati preventivati per i lavori di cui ai precedenti quesiti, posto che i lavori stessi debbono essere già stati individuati nelle more del passaggio di proprietà fra Stato (cedente) e Provincia (ricevente) essendo parte integrante dell’accordo stesso.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

avv. Luca Zeni