Interrogazione
La vicenda della norma provinciale che, di fatto, vieta le aperture commerciali nei giorni festivi sta assumendo sempre più – ed in attesa della sentenza della Corte Costituzionale – i toni di una contrapposizione fondata più sul prevalere ideologico, anziché sui dati di fatto e sulla realtà economica del nostro territorio.
Il T.R.G.A. di Trento, accogliendo il ricordo di alcuni esercizi commerciali, ha concretamente inviato un segnale alla Giunta provinciale affinché comprenda la portata del processo di rilevanza costituzionale dalla stessa innescato e la possibilità di innumerevoli ricorsi che rischiano di mettere in seria difficoltà non solo la credibilità dell’impianto autonomistico, ma anche le risorse pubbliche, posto che i ricorrenti potrebbero sempre chiedere alla Magistratura la quantificazione dei danni subiti a seguito delle caparbie decisioni della Giunta provinciale. In tutta questa complessità, l’organo di governo provinciale tergiversa; decide ancora una volta di non decidere; attende e si affida ad improbabili approfondimenti tecnico-giuridici già respinti dal T.R.G.A., perché è ormai evidente ad ogni attore interessato che la competenza sulle chiusure domenicali del commercio è del Governo nazionale e l’autonomia speciale non pare messa nella possibilità di intervenire autonomamente su tale materia, al punto che la stessa “Commissione dei Dodici” pare ritenere appunto che la competenza rimanga in capo allo Stato.
Va poi rammentato come, in simili casi e per altre autonomie speciali (Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta), il pronunciamento della Corte Costituzionale sia già andato nella direzione delle decisioni governative, ovvero della libera apertura domenicale e quindi forse non è arduo prevedere che lo stesso orientamento della Suprema Corte valga anche per la Provincia autonoma di Trento. Nell’attesa prende però forma sempre più la preoccupazione sui possibili costi di simili e reiterati errori, soprattutto nel caso concreto in cui le aziende danneggiate dalle improvvide decisioni legislative provinciali decidano di chiedere il risarcimento dei danni patiti, qualora l’alta Corte ravvedesse, in analogia con quanto già successo altrove, alcuni profili di incostituzionalità nella norma provinciale vigente.
Alla luce di tali considerazioni si chiede alla Giunta provinciale di sapere se:
- la stessa ha previsto le possibilità di un pronunciamento avverso al proprio provvedimento da parte della Corte Costituzionale e quali eventuali correttivi sta predisponendo in proposito;
- si è prevista l’ipotesi di richiesta dei danni da parte dei soggetti commerciali interessati e colpiti dall’applicazione della legge provinciale e cosa si intende fare in merito;
- questa è, con i dovuti approfondimenti del caso, la politica del rilancio economico ed occupazionale del Trentino, in un momento particolarmente difficile e quali obiettivi essa si pone in termini concreti.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
avv. Luca Zeni