QUALI COMPITI PER IL REFERENTE COVID-19?
Con la “lettera circolare” n. 4 a firma del sig. Dirigente generale del Dipartimento Organizzazione, personale e affari generali, la Provincia autonoma di Trento istituisce la nuova figura del “referente Covid-19”, assegnando alla stessa funzioni di supporto alla dirigenza e di relazioni con le autorità sanitarie.
La citata circolare, avente per oggetto: “Ulteriori indicazioni per il personale della Provincia autonoma di Trento e dei suoi enti strumentali pubblici in materia di gestione del personale e di organizzazione dell’attività lavorativa in relazione all’evoluzione della situazione sanitaria presente sul territorio provinciale (c.d. FASE 2)”, fra le molte disposizioni in tema di sicurezza sul lavoro, individua appunto questa nuovissima figura che, “debitamente formata” dovrà divenire “punto di contatto per il personale della propria struttura e di relazione con le strutture del Sistema sanitario provinciale ed il Medico di riferimento (…) ed ha il compito di supportare il Datore di lavoro (al quale rimangono in capo le relative responsabilità) nelle attività di prevenzione del rischio Covid-19.”
Si tratta di una definizione molto generica e che non stabilisce affatto i profili della specifica competenza di questa nuova figura tanto che, “nelle strutture di minor dimensione il referente può senz’altro coincidere con il dirigente.” Il rischio insomma è quello di creare ulteriori sovrastrutture burocratiche, pur di spalmare le responsabilità e di coinvolgere nelle scelte di sicurezza sul posto di lavoro anche i funzionari appartenenti a ruoli non dirigenziali.
Queste scelte suscitano più di un dubbio.
Infatti, ad esempio non si precisa affatto perché questa figura non sia incardinata sui Dipartimenti anziché sui Servizi, posto che il tema della sicurezza non riguarda singoli settori specifici, bensì macroaree operative, così come non è per nulla chiaro il criterio di scelta del “referente Covid-19”, né, tanto meno, se l’eventuale prescelto possa o meno rifiutare di assumere un simile oneroso incarico, né, infine, se lo stesso incarico avrà come corrispettivo il riconoscimento di qualche forma di indennizzo economico per un compito che non rientra in nessun mansionario per le singole figure professionali che compongono il mosaico dell’amministrazione provinciale.
Allo stesso tempo, se vengono mantenute in capo al Datore di lavoro – cioè al Dirigente di Servizio – le responsabilità relative alla prevenzione del contagio Covid-19, non si capisce quali sia in effetti il livello di incisività dell’azione del referente, posto che tale referente , così come descritta nella citata circolare, sembra ricoprire più un ruolo di segreteria amministrativa, per il quale non si necessita di definire una specifica funzione professionale, che non quello di un “operativo” nella fasi di prevenzione del possibile contagio.
Ma l’attitudine a complicare questioni già di per sé complesse sembra essere una delle più salienti caratteristiche di questa Giunta provinciale, capace come pochi di moltiplicare organismi, comitati, referenti e via dicendo. Un esempio eclatante è racchiuso nelle recenti altisonanti dichiarazioni del sig. Assessore alle Attività economiche con le quali lo stesso ha annunciato, a breve, l’istituzione dell’ennesima “Commissione straordinaria per la semplificazione amministrativa” e nella quale è prevista perfino la presenza di “un militare” come contributo probabilmente alla redazione di un altro decalogo burocratico per superare la burocrazia esistente. Forse se, nelle more dell’attesa di “indicazioni di natura militare”, ci si limitasse ad evitare la riproduzione all’infinito di commissioni e gruppi di lavoro ciò costituirebbe già un grandioso progresso sulla via della semplificazione a favore di cittadini, famiglie ed imprese.
D’altronde, le scelte di sburocratizzazione della macchina amministrativa, come noto, dovrebbero transitare anzitutto sul meccanismo delle “leggi quadro” e sull’assegnazione delle specifiche ai regolamenti attuativi, obbligando gli stessi non tanto a normare nuovamente il già normato, quanto piuttosto a togliere ogni arzigogolo di dettaglio, rendendo lineare il dettato legislativo.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere nel dettaglio:
- quali e quanti siano i compiti del “referente Covid- 19”, descritto nella già richiamata circolare n. 4;
- per quali ragioni tale figura viene incardinata sui Servizi, con l’evidente pericolo di sommare nuove figure burocratiche ad altre già preesistenti come quelle dei “responsabili della sicurezza”, anziché sui Dipartimenti, posto che quest’ultimi rappresentano macroaree amministrative abbastanza omogenee e quindi più adatte a ricomprendere una simile figura professionale;
- quali possibilità ha l’eventuale prescelto per tale incarico di declinare l’offerta dello stesso ed eventualmente con quali modalità ciò può essere posto in essere;
- se si ritiene di riconoscere economicamente l’impegno professionale di tale figura, ad esempio attraverso l’attribuzione annuale di specifiche indennità di area per il “referente Covid-19”;
- infine se non si ritiene superflua una tale figura, dato che comunque responsabilità e ordine delle priorità rimangono in capo ai sigg.i Dirigenti dei singoli Servizi dell’ente pubblico provinciale.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta
Distinti saluti
avv. Luca Zeni