Interrogazione n.
QUALE MODELLO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO?
Con un certo grado di puntualità, l’Assessore provinciale, competente in materia di cooperazione internazionale, ha concluso le sue valutazioni circa i requisiti per la concessione di sostegni economici ai progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo, dandone di esse conto agli organi di informazione.
Pur non volendo entrare nel merito di decisioni delle quali solo il tempo ci dirà della bontà o meno, alcuni elementi delle dichiarazioni dell’Assessore Spinelli destano qualche legittimo dubbio, non foss’ altro che per le sequenze logiche di certo agire politico ed amministrativo. Infatti, dopo aver tempestivamente provveduto a sospendere i finanziamenti alle associazioni di Volontariato che si occupano del tema, per poter avviare alcuni approfondimenti utili, l’Assessore annuncia nuovi criteri di valutazione in arrivo, anticipando la “visione” politica dell’attuale Giunta provinciale che pone al primo posto una minore spinta sul versante solidaristico, per favorire invece la questione legata alla cooperazione allo sviluppo, con possibilità di ricaduta economica e di partnership , spingendo l’acceleratore sui nodi dell’accesso ai Fondi europei ed agli investimenti privati, in una dimensione che, fra l’altro, sostituisce il “profit” al “no profit”.
Eppure, al di là di certe forme e modalità di declinare i progetti politici, sfugge la supposta “novità” di una simile proposta, posto che la vigente Legislazione nazionale e provinciale già contiene, espressamente, questo tipo di impostazione. Ciò non significa affatto rinunciare a migliorare un percorso già di per sé impegnativo, ma nemmeno proporre una sorta di “caricatura” dell’attuale sistema, al fine solo di creare, anche qui e per l’ennesima volta, una contrapposizione ideologica fra il “prima” ed il “dopo” elettorale dello scorso ottobre.
Ancora nel 2014, il sottoscritto scriveva sulle pagine di un quotidiano locale e dopo una visita in Africa: “Infatti ormai tutti i Paesi, che chiamiamo “in via di sviluppo”, hanno delle potenzialità notevoli, intorno alle quali si possono costruire opportunità di lavoro e benessere per le popolazioni locali e momenti di collaborazione reciprocamente convenienti per le imprese straniere. Trentine, nel nostro caso.
Cosa può fare la politica provinciale?
A livello legislativo, sicuramente seguire la via intrapresa dallo Stato italiano e passare dalla solidarietà alla cooperazione internazionale, sostenendo i soggetti capaci di promuovere progetti di sviluppo che possano anche essere volano per l’ impresa trentina, lasciando invece perdere l’elemosina che serve più a mettere a posto la coscienza di chi “va lì a dare una mano”, che a cambiare davvero le cose. A livello di moral suasion, spronare i soggetti trentini a partire dal sistema della cooperazione, a “sfruttare” le credibilità e le conoscenze che le O.N.G. trentine hanno costruito negli anni e a realizzare collaborazioni che possono, nel medio periodo, aprire nuove opportunità commerciali. Le opportunità ci sono. Possiamo coglierle o lasciarle a imprese inglesi, cinesi o indiane. A noi la scelta.”
Tutto ciò premesso, si chiede cortesemente di interrogare la Giunta provinciale per sapere:
- quali “passaggi” della Legislazione provinciale inducono l’Assessore Spinelli a rappresentare l’attuale sistema della cooperazione internazionale trentina come “assistenzialistico”;
- quale percorso di confronto, in una dimensione di chiarezza e trasparenza con i soggetti che si occupano di cooperazione internazionale, è stato avviato dall’Assessorato competente per giungere alla formulazione dei nuovi criteri;
- concretamente quali sono i criteri che verranno modificati a quali sono quelli nuovi introdotti dall’azione amministrativa dell’attuale Giunta provinciale.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
- avv. Luca Zeni -