Interrogazione n.

Quale la situazione in Trentino rispetto alle mutazioni del virus?


La seconda fase dell’epidemia, nonostante le richieste di una programmazione puntuale da parte del mondo della sanità e delle minoranze in Consiglio provinciale per non farsi trovare impreparati, ha avuto un’organizzazione inizialmente difficoltosa in Trentino, a causa del poco personale presso la centrale covid (è stato potenziato via via soltanto nel mese di novembre, con conseguente interruzione della preziosissima attività di tracciamento), di un’assistenza domiciliare con poco personale, e di un’attività di tamponamento che non si è voluto incrementare. Infatti il direttore generale del dipartimento, in piena seconda fase, ha dichiarato che ormai il tracciamento era inutile, e che sarebbe stato meglio affidarsi all’educazione al distanziamento.

Soltanto ad ottobre è stato dato mandato al Cibio di predisporre il necessario per tamponi salivari che potrebbero segnare una svolta, consentendo di incrementare notevolmente la capacità di verifica delle positività in provincia di Trento. Purtroppo l’avvio della fase operativa, annunciato per inizio dicembre dall’assessore alla salute, non è ancora avvenuto.

Al contempo la giunta ha rigettato le richieste avanzate – sia dallo scrivente consigliere sia dalle minoranze consiliari con apposite risoluzioni in Consiglio provinciale nei mesi di ottobre e novembre – di un coinvolgimento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
La Provincia autonoma di Trento è socia dell’IZSV insieme a Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Purtroppo la giunta provinciale ha scelto di non avvalersi del laboratorio dell’Istituto per l’analisi dei tamponi, lasciando alle altre regioni socie, in particolare al Veneto, tutto il supporto dell’IZSV.

Un mandato della giunta provinciale per avere un supporto anche in Trentino dell’IZSV avrebbe consentito di avere molti più tamponi, o organizzando il laboratorio della sede di Trento o sfruttando quello della sede di Padova; l’argomentazione usata dalla giunta provinciale che in tal modo si sarebbero allungati i tempi di analisi, visto che in un paio d’ore da Trento si arriva a Padova, e spesso per un referto in Trentino si devono aspettare anche parecchi giorni, è semplicemente offensivo per i cittadini trentini.

In questo momento in Veneto l’IZSV sta fornendo inoltre un’importante funzione di analisi e valutazione rispetto alla mutazione del virus, che tanto sta preoccupando il mondo, in particolare rilevando la presenza della c.d. variante inglese, che potrebbe essere uno dei motivi dell’aumento dei contagi. La direttrice generale dell’IZSV Antonia Ricci, ha illustrato anche su quotidiani nazionali, come il Corriere della Sera, l’attività svolta e come l’Istituto si sta muovendo per la Regione Veneta.

Tutto ciò premesso si interroga l’assessore competente per sapere:

1) quando prenderà avvio fase di tamponamento con tamponi salivari effettuati dal Cibio, fase che doveva incominciare a inizio dicembre, e con quali numeri;

2) se si è consapevoli che il coinvolgimento dell’Istituto Zooprofilattivo Sperimentale delle Venezie, oltre che consentire un maggior numero di tamponi in Trentino, avrebbe consentito oggi una capacità di confronto e analisi delle varianti del virus importanti nella gestione della situazione;

3) quale attività stia svolgendo l’IZSV rispetto all’epidemia in corso per la Provincia autonoma di Trento, o se soltanto le altre Regioni socie si stiano avvalendo delle sue competenze;
4
) come vengono analizzate e monitorate in Trentino le mutazioni del virus e qual è la situazione in questo momento.

Come da regolamento si chiede risposta scritta

Cordialmente

Avv. Luca Zeni