Da alcuni giorni si è avviata in Italia ed anche in Europa una raccolta firme on-line, alla quale ha aderito perfino l’artista Francesco Guccini, per capire le ragioni dell’allontanamento ingiustificato e forzato del prof. Giovanni Kezich e della dott.a Antonella Mott dalla direzione scientifica del Museo degli Usi e Costumi della Gente Tridentina.
Sulla “decapitazione” del Museo, che nacque dall’intuizione museografica di Giuseppe Sebesta, il Consigliere provinciale del P. D. del Trentino, Luca Zeni, ha depositato oggi una interrogazione specifica per capire le ragioni politiche vere di tale allontanamento, che assomiglia sempre più ad una epurazione; chi ha preso il posto di direttore e vicedirettore e quali sono i programmi e gli orientamenti del Museo per il futuro. Perdere nell’insensatezza di talune scelte, una risorsa come quella del Museo di San Michele, che costituisce anche una delle ossature culturali dell’autonomia speciale e della nostra identità, è una strada che il Trentino non può assolutamente percorrere senza recare un danno a sé stesso ed alla cultura tutta..
Interrogazione
QUALE DESTINO PER IL MUSEO ETNOGRAFICO?
Ma com’è possibile che in Italia – e non solo – si stiano raccogliendo centinaia di firme per “salvare” un museo, come quello degli Usi e Costumi della Gente Tridentina, che rischia di sbriciolare tutto il suo patrimonio di conoscenze e di ricerche, in nome di una indefinita scelta di politica culturale, che assomiglia sempre più ad una epurazione, anziché ad un progetto chiaro per il futuro della cultura trentina?
Dopo l’allontanamento improvviso e forzato, perché non d’altro si tratta come dimostra l’evidenza dei fatti, del direttore e della vice-direttrice del Museo stesso, peraltro entrambi etnologi di fama internazionale, il Museo sembra sempre più destinato ad inabissarsi nella nebbia dell’inesistenza. Altro che rilancio. Altro che nuovo ruolo.
Tutto tace e nessuno si è mai peritato di spiegare alla comunità trentina, verso la quale almeno un minimo di trasparenza dovrebbe essere d’obbligo, per quale ragione il prof. Kezich e la prof.a Mott sono stati allontanati e quale disegno sottende a questa scelta che assomiglia appunto più ad una
“purga” culturale e politica, che non ad un disegno di rilancio dell’ente.
Davanti al silenzio imbarazzato ed imbarazzante dei vertici del Museo e dell’Assessorato competente, si è quindi arrivati alla promozione di una petizione per capire le ragioni delle suddette rimozioni e per conoscere gli orientamenti futuri di un Museo che è noto un po’ ovunque in Europa e che costituisce una delle ossature culturali dell’autonomia speciale.
Infatti, se sotto il profilo della tecnologia popolare il Museo di S. Michele è il più importante in Italia ed uno dei più prestigiosi in Europa, esso deve la sua vicenda a quella stagione straordinaria di rilancio dell’autonomia che prepara l’emanazione del secondo statuto d’autonomia e che è legata all’intuizione museografica di Giuseppe Sebesta ed al sostegno del Presidente Bruno Kessler.
Il Museo entra così in quella cornice culturale e formativa che si compone dell’ embrione universitario costituito dall’Istituto Trentino di Cultura e dalle sue articolazioni come quelle dell’Istituto Storico Italo-Germanico e dell’Istituto di Scienze religiose. Nato in quel fermento, il Museo quindi si è ritagliato un suo specifico ruolo nella ricerca etnografica, ruolo culminato negli scorsi anni con il progetto “Carnival King of Europe” – patrocinato dall’Unione europea e premiato in Finlandia per il suo apporto prezioso al patrimonio culturale europeo – e con l’Archivio provinciale della Tradizione Orale.
Si tratta di risultati importanti, ottenuti soprattutto con l’impegno e la professionalità, ovunque riconosciuta, del prof. Kezich, della dott.a Mott e dei loro Collaboratori ed è a fronte di tutto questo che la rimozione di tali figure riesce del tutto incomprensibile, nonostante il goffo tentativo di spacciare questa scelta come un normale atto di rotazione della dirigenza pubblica, al pari dell’apparente stato di decandenza nel quale sembra avvolto il Museo e le sue iniziative.
Davanti ad una petizione nazionale e continentale, che raccogli firme illustri e fra le quali anche quella del prof. Francesco Guccini, non possiamo permetterci l’ennesima figuraccia e la Giunta provinciale deve assumersi le sue responsabilità, chiarendo, senza infingimenti, le reali motivazioni che l’hanno spinta ad una decisione che appare, senza dubbio, scellerata.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- per quali effettive ragioni si è disposto l’addio, prima del prof. Kezich e poi della dott.a Mott dalla guida scientifica del Museo degli Usi e Costumi della Gente Tridentina;
- chi è stato nominato in sostituzione di queste eminenti figure di studiosi, sulla base di quale curriculum scientifico ed attraverso quale procedura pubblica;
- quali progetti hanno messo in campo i nuovi vertici museali e con quali obiettivi;
- se non si ritiene uno spreco di risorse l’aver “parcheggiato” due scienziati di fama, come Kezich e Mott, relegandoli in qualche indefinito ruolo burocratico;
- quale ruolo è assegnato, nel quadro delle attuali politiche culturali provinciali, a tale Museo e, più in generale, agli etnomusei più piccoli sparsi sul territorio provinciale, nonché quale ruolo viene attribuito dalla Giunta provinciale alla valorizzazione della scienza etnografica nel contesto della tutele e della valorizzazione dell’identità culturale del Trentino.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
avv. Luca Zeni