In questi giorni si è parlato molto sui giornali di punti nascita (dal ministero è arrivata la decisione di chiudere quello di Cavalese).

bimbo

 

Sul tema ci sono posizioni contrastanti.

 

Qualcuno sottolinea che le disposizioni di sicurezza con standard rigidi sono poste dallo Stato a tutela della salute della donna e del nascituro, e quindi è giusto chiudere.

Altri rivendicano la diversità delle zone orograficamente disagiate e quindi la richiesta di standard più flessibili.

Quello che mi ha colpito di più, non è stato il legittimo dibattito nel merito, ma è stato vedere l’approssimazione con cui molti hanno fornito giudizi sull’operato di Azienda sanitaria e Provincia, senza sapere di cosa parlano.

Forse questa è la cosa più faticosa del ruolo che in questo momento ricopro.

Un ruolo stimolante, nel quale c’è soddisfazione quando si impostano linee che sai che miglioreranno i servizi nei prossimi anni. Ma nel quale capita che l’emotività che è comprensibile quando si parla di sanità, porti in molti a credere alle tante sciocchezze che si sentono.

Detto questo, segnalo, per chi volesse approfondire, i documenti che ripercorrono la vicenda del punto nascita di Cavalese, con le “prove” di sforzi senza precedenti per reclutare pediatri (ed è significativo di un’epoca frammentata che le istituzioni debbano provare l’iter svolto, ma mettiamola in positivo, è una volontà di trasparenza, di accountability).

 

Portale Trentino Salute: focus Punti Nascita

Ufficio Stampa PAT: Comunicato Stampa su PN Cavalese