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PROCESSIONARIA DEL PINO E RISCHI PER L’UOMO

Il diffondersi, ormai su larga parte del territorio provinciale, del parassita della “processionaria del pino”, rischia, non solo di impoverire il patrimonio boschivo trentino causando problemi di vasta portata all’ecosistema forestale, ma mette in serio pericolo anche l’uomo, proprio perché i lepidotteri, se vengono a contatto con la persona, possono provocare alla stessa dannosi e pesanti effetti al punto tale da prevedere persino il ricovero in ospedale. Anche a fronte del sovraccarico di lavoro dei nosocomi, a causa della pandemia in atto, il Consigliere del P.D. del Trentino Luca Zeni ha depositato oggi una interrogazione per conoscere gli eventuali provvedimenti di politica forestale assunti o da assumere da parte della Giunta provinciale, al fine di contrastare il pericoloso fenomeno e per contenerne la diffusione, posto che i rischi di infezione per l’uomo sono appunto rilevanti e diversificati.

Interrogazione 

LA PROCESSIONARIA DEL PINO: UN PERICOLO REALE

Anche quest’anno purtroppo, il Trentino deve registrare il diffondersi del parassita della “processionaria del pino nero”, con l’aggravante dettata dai rischi per l’uomo.

La “processionaria”, come noto, è un lepidottero della famiglia dei Notodontidi ed attacca alcune specie di pino, con particolare predilezione per il pino nero ed il pino silvestre, soprattutto se posti sui bordi stradali o al limite delle formazioni boscose. La sopravvivenza delle piante viene così messa in serio pericolo, ma anche l’essere umano non è esente da rischi.

Infatti, al contatto con i peli del lepidottero, questi entrano nella cute e causano spesso eritemi papulosi, ma anche ben più dannosi effetti se vanno a contatto con gli occhi o le vie aeree e respiratorie, al punto che, in simili casi, è necessario l’intervento sanitario. In questa fase, con il sistema medico-ospedaliero già pesantemente provato a causa della pandemia ed è quindi opportuno attivare subito ogni forma di prevenzione di qualsiasi agente infettivo che possa aggravare le situazioni in essere per gli effetti del contagio da Coronavirus Covid19.

Come noto, i nidi della “processionaria” compaiono verso la fine dell’autunno e causano una necrosi alle foglie delle piante colpite, causandone, se l’infestazione non viene rapidamente debellata, spesso la morte. Per tutti questi motivi, la disinfestazione è stata resa obbligatoria negli ultimi anni, nella consapevolezza che è necessario intervenire alla prima comparsa dei nidi, onde limitare al massimo una diffusione veloce, letale per gli alberi e pericolosa per l’uomo.

I metodi utilizzati per debellare questo parassita sono centrati principalmente sull’uso di pesticidi appositi spruzzati su larve e nidi tramite vaporizzatori. In tal modo si uccidono larve, che sono i veri agenti di trasmissione del pericolo perchè anche da morte possono emettere le loro sostanze irritanti, provvedendo poi a bruciarle o ad eliminarle attraverso appositi sacchetti che vanno poi portati in discarica, segnalandone il contenuto agli operatori ecologici.

A fronte di tutto ciò, sembra però che in Trentino il fenomeno abbia assunto proporzioni decisamente preoccupanti, come evidenziano anche alcune Amministrazioni comunali del territorio.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se la stessa è a conoscenza dell’ attuale vasta diffusione del fenomeno della “processionaria” su larga parte del territorio provinciale;

- quali provvedimenti intende adottare per ridurre al minimo i rischi connessi a tale diffusione;

- quali strategie di contenimento del problema sono state messe in campo a tutt’oggi in Trentino;

- attraverso quale programmazione degli interventi di politica forestale si può debellare l’infezione in atto sul nostro territorio.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

Distinti saluti.

 avv. Luca Zeni