Utilizzare lo strumento del procedimento disciplinare è manifestamente illegittimo, ed infatti l’azienda sanitaria ha dovuto archiviare il tutto, ma la giunta leghista, invece di cercare di ricucire il rapporto e migliorare il contesto di lavoro per i medici trentini, ha pensato bene di utilizzare l’avvocatura della provincia per presentare querela per un post sull’orso..
Invece di devastare i rapporti istituzionali per aprire una costosa succursale della facoltà di medicina di Padova, per mantenere ed attirare medici in Trentino aiuterebbe molto un clima collaborativo e l’idea di un progetto di sanità sul lungo periodo. Non è certo con le intimidazioni ai professionisti che si migliora il sistema sanitario.
Prima delle ideologie politiche, per esercitare ruoli istituzionali occorre un minimo di senso delle istituzioni e di buon senso, che troppo spesso mancano negli atteggiamenti e nei comportamenti della Lega Salvini.
Procedimenti disciplinari contro i medici per aver criticato la gestione dell’orsa:
la giunta leghista è consapevole che così facendo induce il personale migliore ad andarsene?
Nelle scorse settimane si è diffusa all’interno dell’azienda sanitaria una notizia che ha suscitato in molti dipendenti preoccupazione e indignazione.
Pare infatti che un primario, dipendente dell’azienda sanitaria, nel mese di luglio, quando la giunta provinciale è assurta agli onori della cronaca nazionale per essersi fatta scappare l’orso M49 (questione nella quale il Trentino non ha oggettivamente fornito quell’immagine di efficienza asburgica, alla quale si era abituato il resto del Paese), abbia esercitato il diritto costituzionale di manifestazione del pensiero, criticando la giunta per quell’episodio.
Nessun riferimento al proprio ambito lavorativo, nessun riferimento alla sanità.
Pare che il primario sia stato richiamato, e gli sia stato suggerito di rimuovere il post perché avrebbe contrariato ed irritato il Presidente Fugatti.
Pare che, nonostante la rimozione del commento critico verso la giunta per la gestione di un orso, l’azienda sanitaria abbia comunque deciso di procedere con una contestazione disciplinare.
Decisione che ha destato sconcerto dentro l’azienda sanitaria, e non solo; pare infatti che anche a livello di sindacati medici nazionali si stia monitorando con attenzione quanto stiaaccadendo, perché si tratterebbe di un precedente preoccupante se un medico dovesse subire ripercussioni professionali per aver manifestato da cittadino valutazioni su avvenimenti politici che nulla c’entrano con il suo ruolo di medico.
Pare infine che il professionista in questione abbia deciso, in seguito a questo atteggiamento dell’istituzione provinciale, di lasciare il proprio incarico e dimettersi dall’Apss.
I medici qualificati hanno molte opportunità di lavoro, e la loro scelta dipende in gran parte, più che dallo stipendio, dal progetto professionale e dal contesto di lavoro. Se questi non sono all’altezza, ci mettono un minuto a spostarsi in altre realtà, magari vicine e concorrenti. Ed espone il Trentino al rischio di perdere i migliori professionisti per (provare a) sostituirli con medici magari non altrettanto qualificati.
Pare che, in seguito alla posizione non accondiscendente del professionista, oltre che per l’evidente pretestuosità di un procedimento disciplinare senza fondamento, alla fine la contestazione disciplinare sia stata archiviata senza alcuna conseguenza con il professionista, che sarebbe al contrario stato rassicurato su un miglior contesto professionale e avrebbe ricevuto, a livello aziendale, le scuse per il trattamento subito. Quello che è rimasto è stata la sensazione diffusa di un utilizzo strumentale di una procedura disciplinare al fine di “richiamo politico”.
Nonostante l’infondatezza giuridica del processo avviato abbia portato l’Azienda Sanitaria a dover retrocedere dalle contestazioni formulate, pare che la giunta provinciale abbia comunque deciso di procedere con una querela contro il professionista, non si sa per quale ipotesi di reato, perché lo stesso si sarebbe permesso di criticare l’operato della stessa sulla arzigogolata vicenda dell’orso che la Provincia si è fatta scappare.
Tutto ciò premesso, interrogo il presidente della Provincia e l’assessore competente per sapere:
1. Se corrisponde al vero che il Presidente della Provincia e l’assessore alla salute hanno il tempo di controllare i commenti dei singoli cittadini trentini sui social per verificare se siano allineati o meno alla linea della Lega salvini;
2. Se corrisponde al vero che il Presidente della Provincia o l’assessore alla salute abbiano manifestato irritazione per un commento di un primario dipendente dell’apss su una vicenda che nulla c’entrava con la sanità trentina, e abbiano dato indicazione di richiamare il medico;
3. Se corrisponde al vero che il Presidente della Provincia o l’assessore alla salute abbiano dato indicazione all’Azienda sanitaria di avviare una procedura disciplinare nei confronti del medico non per motivi professionali ma per aver manifestato una sua opinione politica sulla cattiva gestione della cattura dell’orso M49;
4. Se corrisponde al vero che il Presidente della Provincia o l’assessore alla salute, nonostante la contestazione disciplinare sia stata archiviata dall’Azienda sanitaria per la manifesta infondatezza della stessa, abbiano utilizzato l’avvocatura della Provincia per presentare una querela nei confronti del professionista trentino per aver espresso una critica rispetto all’oggettiva scarsa brillantezza mostrata dalla Provincia nella gestione della fuga dell’orsa M49;
5. Se il Presidente della Provincia e l’assessore alla salute sono consapevoli che risulta sempre più difficoltoso garantire l’organico dei medici in tutto il Paese ed anche in Trentino, e che la capacità di mantenere ed attirare professionisti qualificati dipende molto dal contesto che viene loro offerto, in termini di progetto professionale e di clima di lavoro;
6. In caso di risposta affermativa ai punti 2) e 3), se il Presidente della Provincia e l’assessore alla salute sono consapevoli che esercitare in maniera arbitraria il potere nei confronti dei professionisti incattivisce il clima generale dentro l’Azienda sanitaria, ed induce gli stessi, soprattutto se qualificati, a valutare le offerte che arrivano da altre realtà e lasciare l’Azienda sanitaria, impoverendo il sistema;
7. In caso di risposta affermativa ai punti 2) e 3), se sono consapevoli che l’atteggiamento tenuto nel caso in questione sta inducendo un primario a lasciare l’azienda sanitaria trentina per accettare una delle offerte di lavoro proveniente dalle regioni vicine. Se ciò si verificasse, si otterrebbe un impoverimento della qualità dell’offerta sanitaria, tra l’altro in quegli ospedali di valle, che la propaganda leghista a parole continua a sostenere di voler potenziare.
8. In caso di risposta affermativa al punto 6), se il Presidente della Provincia intenda intervenire per provare a tamponare il danno creato, e ristabilire un clima di maggiore collaborazione e fiducia all’interno delle istituzioni sanitarie.
A norma di regolamento, chiedo risposta scritta.
Consigliere Avv. Luca Zeni