Di nuovo (quasi) tutti in DAD.
Un anno.
È passato un anno dal primo lockdown.
In un anno un minimo di programmazione si può pretendere senza passare per polemici?
Da lunedì il Trentino è zona rossa. Quindi ci aspetteremmo che fosse programmato da tempo come le scuole si devono organizzare.
Invece no, si improvvisa.
Ricapitoliamo. Il contagio nelle ultime settimane è aumentato molto, siamo diventati arancioni e il passaggio al rosso era atteso.
Le scuole devono chiudere. Il dpcm nazionale lo prevede: rimangono in presenza soltanto i bambini con bisogni educativi speciali (BES), con la possibilità anche per i figli di lavoratori essenziali.
Cosa succede quindi? Vediamo i passaggi:
- venerdì 12 marzo in tarda mattinata comunicazione della Provincia alle scuole, si ipotizza la chiusura ma non è ancora certo. NESSUN RIFERIMENTO a possibile presenza a scuola dei bambini degli operatori sanitari;
- venerdì 12 marzo ore 18, conferenza stampa del Presidente Fugatti che preannuncia la chiusura delle scuole, salvo i bambini con bisogni educativi speciali;
- venerdì 12 marzo dalle ore 18 in poi le scuole si organizzano di conseguenza;
- sabato 13 marzo ore 15: l’ordinanza del Presidente Fugatti prevede che a scuola, oltre ai BES possano andare anche i figli degli operatori della sanità.
Nelle ore successive quindi si obbliga tutto il settore dell’istruzione ad una lotta contro il tempo per arrivare pronti al lunedì, perché avere una parte di bambini in presenza significa dover dividere gli insegnanti tra presenza e didattica a distanza, insegnanti che a loro volta spesso hanno figli che devono rimanere a casa in DAD e che non hanno avuto la possibilità di organizzarsi, avendo avuto indicazioni diverse fino a poche ore prima.
La situazione è sicuramente molto complessa, la scelta di lasciare in presenza i figli dei sanitari è condivisibile – anche se tra i lavoratori essenziali si potrebbero ricomprendere anche altre categorie, tra le quali ad esempio gli insegnanti che fanno lezione in presenza – ma la domanda è: non si poteva programmare tutto con un minimo di anticipo? Perché il venerdì si deve dire che, salvo i BES, nessun altro sarebbe andato a scuola in presenza, ed il sabato si cambia idea, dovendo organizzare un macchina così complessa in un giorno e mezzo?
Alla fine sarà l’impegno di chi è in prima linea a consentire che tutto funzioni, ma se ogni tanto si facilitasse il loro lavoro, sarebbe sicuramente cosa buona e giusta..