Interrogazione 

NUOVE DIMISSIONI DI PRIMARI, MENTRE LA NAVE AFFONDA….

Il “Servizio per le Dipendenze e per l’assistenza alle persone con dipendenze” costituisce, da anni, una risorsa essenziale nel definire le strategie delle politiche sanitarie sul territorio. Nato dentro le prime emergenze sociali degli anni ‘70 del Novecento e legate all’uso di stupefacenti, si è poi sviluppato come soluzione d’aiuto anche per coloro che intraprendono la complessa strada di uscita dalla dipendenza da droghe e da alcol, al pari di dipendenze di tipo comportamentale, quali internet, sesso compulsivo, shopping e gioco d’azzardo.

Si tratta ovviamente di un intelligente adeguamento alla mutazione delle epoche e delle condizioni sociali e la persona che si rivolge per la prima volta a tale Servizio, dipendente dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, dovrebbe essere accolta senza nessun tempo d’attesa.

La struttura operativa di base è formata da una equipe multidisciplinare territoriale, costituita dal medico, dall’infermiere, dallo psicologo e dall’assistente sociale. Questo nucleo tecnico costituisce l’ambito entro il quale vengono elaborati ed attuati i diversi interventi, che di norma si realizzano attraverso tre fasi essenziali: accoglienza, valutazione e strutturazione di un progetto terapeutico personalizzato. Ciò posto, nessun intervento è attuato e nessuna informazione viene trasmessa senza il consenso del paziente.

Il Ser.D. si rivolge ad una vasta gamma di problematiche legate alle dipendenze ed a quanti necessitano di informazioni su droghe o dipendenze da prodotti diversi dalle sostanze stupefacenti o alcol-correlate, nonché ai singoli e/o gruppi, famiglie e istituzioni che vengano in contatto e si interessano di dipendenze e d infine i servizi socio-sanitari del territorio, in relazione ad interventi terapeutici su singoli, gruppi e famiglie.

Da decenni il Ser.D. rappresenta una positiva risposta tecnica e sanitaria, rispetto a questioni delicate e molto articolate, ponendo il territorio provinciale spesso all’avanguardia nel settore del trattamento delle dipendenze, tema questo oggi di estrema attualità.

I risultati raggiunti e la complessiva soddisfazione dell’utenza sembrerebbero quindi deporre in favore di un Servizio sanitario funzionante e ricco di potenzialità, ma qualcosa dev’essersi pur inceppato se, improvvisamente ed appena a tre anni dalla nomina, la Dirigente medica del Servizio stesso, dott.a Anna Franceschini, risulta abbia già presentato le proprie dimissioni da tale ruolo, rinfoltendo così la già fitta schiera di primari e medici di alta qualità che scelgono di andar via dal Sistema sanitario provinciale, per approdare altrove.

Il nodo della fuga – perché di questa si tratta, nonostante le rassicurazioni, spesso retoriche, dei vertici politici della Sanità trentina che si ostinano a sostenere che “va tutto ben, madama la marchesa” – è ormai assolutamente centrale sul versante delle politiche sanitarie, o meglio della loro latitanza, perché nel costante esodo di medici ed infermieri si disvelano i limiti del mancato progetto politico di questa Giunta provinciale, evidentemente più attenta alla costruzione del consenso che non alla soluzione dei problemi incombenti, contribuendo così ad affossare, in via definitiva, un modello di qualità sanitaria che, per anni, è stato invidiato all’autonomia trentina.

Le dimissioni della dott.a Franceschini diventano pertanto l’ultimo – o forse un altro penultimo – segnale di una crisi profonda e che l’intero comparto sanitario provinciale ha messo in evidenza proprio in questi giorni, con critiche e proteste sempre più diffuse e partecipate.

Alla luce di tali considerazioni, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

- se la stessa è a conoscenza della notizia delle dimissioni della Dirigente medica del Servizio per le Dipendenze dell’ A.P.S.S.;

- cosa ritiene di dover fare il Governo provinciale rispetto a tale questione e, più in generale, per frenare ed arrestare il crescente malessere che attraversa tutto il comparto sanitario pubblico e porta a scelte drastiche e definitive molti medici della Sanità pubblica trentina, costretti da mille cause a scegliere l’uscita dallo stesso Sistema Sanitario locale;

- quali interventi si intendono porre in essere per garantire il miglior servizio possibile da parte del Ser.D. nell’immediato e con quali tempi si intende attivare la procedura per la sostituzione della primaria che si è dimessa, e quale progettualità si intende porre alla base del relativo bando.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

avv. Luca Zeni