Riporto una sintesi dell’intervento che ho fatto all’assemblea del Pd del 29.12.08. Pacher si è dimesso da segretario del partito, e la discussione si è sviluppata sul “dopo”.

 

Buongiorno a tutti,

Quello che stiamo vivendo è un periodo difficile, la crisi di cui si parla sui giornali esiste, è reale, e si fa sentire anche in Trentino. Moltissime imprese sono in difficoltà, tanti lavoratori stanno perdendo il posto, molte famiglie temono per il loro futuro.
Stiamo cercando di intervenire con tutti gli strumenti possibili, ma siamo chiamati a un compito non facile.
Per questo sono convinto che abbiamo trascinato per troppo tempo la questione sulla gestione del Partito: oggi abbiamo il dovere – perché tutti quanti chiamati a confrontarci con problemi molto concreti – di avere un Partito che esca dalla fase di transizione continua, ed entri nella normalità del confronto, anche molto aspro, ma in grado poi dare una linea e incidere sulla politica trentina e non solo.

Sappiamo che a livello nazionale stiamo affrontando il momento più difficile per il nostro partito.
Paghiamo probabilmente il fatto che nella fase di nascita si è deciso di non affrontare davvero il tema del rinnovamento della classe dirigente, così oggi sono rinate le correnti interne. Correnti non legate a grandi filoni di pensiero, bensì a lotte di potere. E rimango convinto che si potrà cambiare qualcosa solo se riusciremo a esportare il nostro sistema di elezioni primarie con preferenza, senza le liste bloccate.
Stiamo poi pagando alcuni grandi snodi programmatici rimasti ancora da risolvere, che ci fanno essere partito riformista solo negli intenti, ma molto vago e indefinito nei contenuti.
E non entro neppure nel merito delle vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo esponenti del Pd in tutto il Paese, e che ci mostrano sì molte contraddizioni del nostro sistema della giustizia, ma anche come si possa essere giustizialisti con gli avversari e conniventi con gli amici.

Ho voluto ricordare il quadro nazionale perché ci troviamo a un punto di svolta: o il Pd saprà risollevarsi, chiarendo posizioni interne, facendo scelte programmatiche tanto innovative quanto convinte, decidendo in maniera stabile alleanze e linea politica, o i rischi di una fine prematura della grande idea che sta alla sua base saranno molto concreti. E chi ha a cuore le sorti del Paese, non può limitarsi a criticare e prendere le distanze, ma deve cercare di incidere in questo processo.

Qui in Trentino non possiamo ritenerci avulsi da questo contesto. Certo, abbiamo vinto le elezioni provinciali, ma questo non può farci rilassare.
Abbiamo delle priorità assolute e imprescindibili in questo momento:
dobbiamo chiudere al più presto la fase costituente. Il partito di maggioranza relativa della provincia necessita di organismi stabili a livello centrale, di circoli che possano avviarsi basandosi su regole condivise e chiare, di capacità di coinvolgimento e partecipazione che non siano solo le primarie.
Soltanto in questo modo potremmo crescere e incidere portando avanti la nostra linea politica.

Credo che Alberto Pacher sia stato un grande esempio di generosità politica, in quanto si è sempre davvero messo al servizio, anche quando avrebbe forse potuto percorrere strade più semplici: la sua candidatura alle primarie, la sua “scesa in campo” per le provinciali.
Questo ci ha aiutato nella nascita del Partito e nella vittoria alle elezioni, e gli ha permesso di essere vicepresidente della giunta provinciale.
E credo che un grazie da parte di tutti sia oggi doveroso.
Questa sera ha fatto un discorso molto onesto, ha riconosciuto la necessità di un partito che entri a regime, su cui non pesino sovrapposizioni tra politica e governo per non ripetere esperienze dolorose, un partito dove si possa lavorare in maniera partecipata, sapendo che il compito che ci aspetta è duro e necessita di tantissimo tempo ed energie.

Con oggi si apre una spero breve fase che servirà per individuare il successore. Vorrei dire alcune cose.
Innanzitutto ringrazio chi ha fatto il mio nome e i tanti di voi che mi hanno contattato portando avanti questa idea: fa sempre piacere essere proposti per ruoli di responsabilità, ma preferirei che questa fosse una extrema ratio, e che si provasse a lavorare prima su altre ipotesi. Certo, capisco chi dice che un consigliere provinciale avrebbe l’indiscusso vantaggio di avere tempo, essendo pagato per fare politica, e conoscenze più approfondite delle dinamiche della politica, ma sono convinto che ci siano molte risorse in questa assemblea che possono essere valorizzate: chi ha una visione non elitaria della politica sa che ogni persona – se preparata, competente, appassionata – può ricoprire ruoli anche di grande responsabilità con ottimi risultati.

Quello che non dobbiamo fare, a mio avviso, è continuare con la transizione: succede nei partiti che un segretario venga meno, dobbiamo semplicemente eleggere un nuovo segretario fino al congresso, un segretario che avrà intorno una squadra più forte e competente possibile, ma che avrà anche pieni poteri di segretario, come prevede lo statuto. Certo, può non piacere l’iter previsto dallo statuto per questa fase, come qualcuno ha sottolineato, ma è lo statuto voluto e votato da questa assemblea, e la ricerca della normalità politica ci impone di rispettarlo.
C’è stata una lunga discussione su modalità, procedure, incompatibilità.. rimetterle in discussione ora sarebbe strumentale, e aiuterebbe semplicemente a dare l’idea di un partito in difficoltà, e questo non dev’essere.
Non possiamo avere paura, siamo il Pd, il partito dell’innovazione, del rinnovamento, del coraggio. Dobbiamo scegliamo con intelligenza e condivisione, ma non possiamo rimanere prigionieri dei nostri dubbi, o timorosi di rendere troppo forte qualcuno!

Una cosa ho imparato da quando sono in questa assemblea: che le persone sono molto più intellettualmente libere di quanto pensiamo, che spesso ci lasciamo condizionare da etichette e preconcetti, ma in realtà la maggior parte di noi vuole sostenere una linea politica, un progetto, un sogno.
Per questo sono certo che per la prossima assemblea avremo trovato la convergenza, e potremo partire con nuovo entusiasmo.

Permettetemi una brevissima parentesi su un altro tema, pochi secondi.
Come gruppo consiliare stiamo lavorando ad un documento che individui dei criteri per le nomine provinciali, con l’obiettivo di favorire trasparenza e partecipazione. Pensiamo ai temi del cumulo di carica, del limite di mandati, del conflitto d’interessi, della competenza.
Nei prossimi giorni invieremo a tutti voi quanto fatto sino a ora, chiedendovi considerazioni, riflessioni, integrazioni. Poi valuteremo se farne un documento politico, una specie di codice etico da rispettare nelle nomine da parte degli amministratori del Pd, e accanto a questo, per le nomine di competenza di Consiglio e Giunta provinciale, una mozione da presentare al prossimo consiglio.
Grazie a tutti

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