Il Partito Democratico del Trentino Alto Adige Sudtirol, come primo atto della legislatura, ha depositato una mozione che prevedeva di bloccare gli automatismi nell’aumento dell’indennità, come segnale politico di sobrietà in un momento difficile per la crisi economica. In seguito ad un accordo di maggioranza regionale è stato presentato ed approvato il seguente emendamento alla mozione.

 

EMENDAMENTO SOSTITUTIVO ALLA MOZIONE N. 1/XIV
Abolire gli automatismi nell’aumento dell’indennità e della diaria dei Consiglieri regionali
Vista la grave crisi finanziaria ed economica che sta mettendo in seria difficoltà le famiglie e le imprese nel Paese e nella nostra terra;
Vista la necessità di ridurre anche i costi della politica in un momento in cui si prevede una riduzione delle disponibilità finanziarie pubbliche;
Visto che la rivalutazione automatica annuale su base ISTAT della indennità di carica e della diaria dei Consiglieri regionali, prevista dalla legge regionale 2/1995, alimenta la distanza tra gli aumenti previsti per i Consiglieri regionali e quelli previsti per i lavoratori dipendenti determinata sulla base dell’inflazione programmata;
Tenuto conto che la modifica alla legge regionale sull’indennità dei Consiglieri che vincola gli aumenti all’indice ISTAT era stata introdotta nel 2004 per sganciare l’indennità consiliare dall’indennità parlamentare che in quel periodo subiva dei rilevanti incrementi,


 il Consiglio regionale impegna l’Ufficio di presidenza 

 


ad elaborare entro sessanta giorni una modifica della legge regionale 26 febbraio 1995, n. 2 “Interventi in materia di indennità e previdenza ai Consiglieri della Regione autonoma Trentino-Alto Adige” che preveda:

a)                  l’interruzione degli aumenti delle indennità, della diaria e dei vitalizi dei Consiglieri regionali per il 2009-2010. A partire dal 2011 l’aumento sarà analogo a quanto previsto per i contratti nazionali collettivi per i lavoratori;

b)            la riduzione dell’indennità di funzione attualmente corrisposta ai componenti dell’Ufficio di Presidenza;
c)            la riduzione complessiva del 20 per cento dei costi della politica rispetto alla XIII Legislatura.

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