
Il governo ha proposto un disegno di legge costituzionale per il superamento del bicameralismo perfetto, con una profonda modifica sulla composizione e sul ruolo del Senato.
La questione riguarda l’assetto delle istituzioni repubblicane, mentre sembrano tutelate le prerogative delle autonomie speciali, con la previsione di una clausola di salvaguardia.
Parteciperò ad alcuni incontri sul tema, in particolare tra le Regioni, e invito chi lo desiderasse a farmi pervenire osservazioni su un tema così importante, complesso e delicato per il miglior funzionamento delle istituzioni.
ddl del governo di modifica del Senato
documento delle Regioni sulla proposta di modifica del Senato
Discussion - 3 Comments
Daniela Filbier
Apr 12, 2014 at 10:58
ho letto con interesse il documento di lavoro sulle proposte di riforma istituzionale – e ringrazio per averlo messo a disposizione.
Fermo restando che condivido l’opportunità di abbandonare il bicameralismo perfetto, la proposta del Governo di ridisegno del Senato non mi piace. Non nascondo che, al di là di qualsiasi considerazione tattica e partitica, trovo molto più assennata e utile la proposta dei Senatori Chiti e Tocci.
Al di là di ciò, per restare alle questioni “di casa nostra”, mi pare che il canovaccio di lavoro ponga rimedio alle iniziali “singolarità” che vedevano più rappresentanti dalla nostra Regione che dalla Lombardia. Condivido anche la proposta di ridurre/eliminare la quota di senatori nominati (come quelli a vita, che se fosse per me eliminerei del tutto). Mi piacerebbe poi che tra le mansioni del “nuovo” senato ci fosse anche quella di vigilare/deliberare su tutte le questioni di evidente conflitto di interessi per la Camera bassa, come ad esempio la determinazione di indennità e dintorni. Sulla salvaguardia della nostra autonomia ho ben poco da dire di innovativo: cerchiamo di tenercela stretta e soprattutto cerchiamo di meritarcela.
Un punto sensibile, a mio parere, è far sì che tutta questa partita trovi/ritrovi il primato della Politica (e metta in secondo piano le ragionerie nazionali/provinciali). Mi turba in ogni caso che l’unico interlocutore designato sia il Kompatscher … mi preoccupa MOLTO. Così come mi inquieta apprendere quanto accaduto in occasione dell’indagine sul regionalismo speciale.
A questo proposito Luca, ti invito a leggere il rendiconto di Fraccaro, Deputato M5S della nostra provincia (in calce il link).
Riccardo sta seguendo con grande attenzione queste vicende – di cui purtroppo nulla sappiamo dagli eletti del PD Trentino.
Abbiamo mandato Cerea come esperto
Insomma, mi pare importante porre al centro del dibattito questo tema.
Spero aggiornerai questo blog raccontandoci quel che troverai a Roma.
daniela
Link ->
http://www.riccardofraccaro.it/lindagine-sul-regionalismo-speciale-coperta-dal-segreto-di-stato/
Daniela Filbier
Apr 12, 2014 at 10:58
piesse: puoi chiedere per piacere a quel punto a che servirà la conferenza Stato-regioni?
grazie di nuovo
Stefano Longano
Apr 13, 2014 at 10:58
Ma qualcuno mi spiega quale defferenza c’è con la attuale Conferenza Unificata (http://www.statoregioni.it/home_UNI.asp?CONF=UNI). Dopo restano tutte e due?
E perchè se alla fine è come la Conferenza Unificata, si chiama ancora Senato? Non era meglio abolirlo del tutto?
E cosa ci fanno i Senatori nominati? Qualche poltrona in più?
Questa riforma è un vero pastrocchio. Si fa fatica a farne una critica ragionata senza criticare tutto, dai principi a tutta la formulazione.
Alla fine se l’obiettivo è avere un Senato che non costa nulla, l’unica strada è abolirlo e basta. Incidentalemente la parte più consistente della spesa non sono le indennità dei suoi membri, per quanto scandalose, ma tutte le altre spese a partire dal personale.
Se l’obiettivo è avere una rappresentanza delle entità di decentralmento statale (la riforma proposta del titolo V è pesantemente centralista) allora ancora una volta va abolito il Senato e lasciata la Conferenza Unificata.
Se l’obiettivo è avere una struttura federale dello stato, allora si prendano ad esempio Germania o Svizzera (con gradi di autonomia diversa degli stati federati) e si modelli il Senato su uno dei due modelli.