Interrogazione riguardante l’attuazione di un ordine del giorno in materia di mense universitarie.

 

Ill.mo signor

Bruno Dorigatti

Presidente del Consiglio provinciale

 

Dall’Indagine sulla soddisfazione degli utenti dei servizi di ristorazione offerti dall’Opera universitaria, effettuata nel marzo di quest’anno dall’Opera stessa, sono emerse alcune criticità.

Per quanto riguarda la qualità e quantità dei cibi consumati, come per altri aspetti, è evidente una diversità di valutazione tra le varie mense, con un minore apprezzamento verso le mense in collina. A Mesiano il 56 per cento degli utenti che hanno risposto al questionario che è servito per raccogliere i dati considerano poco buona o non buona la qualità del cibo consumato nell’ultimo pasto e il 54 per cento degli utenti delle mense di Povo 1 e di Mesiano sono insoddisfatti anche della quantità.

Ci sono problemi sulla cottura dei primi piatti, sui contorni, con percentuali di insoddisfazione che per alcune mense arrivano al 67 per cento; ci sono molte risposte negative, sempre a Mesiano, anche sulla pulizia della zona di distribuzione dei cibi e delle stoviglie.

L’indagine si è rivolta anche agli utenti delle mense convenzionate che, pur tenendo conto che offrono un servizio diverso, sia per quanto riguarda i prezzi, sia per il menù, sembrano soddisfare maggiormente gli utenti.

Nel dicembre 2010, in occasione dell’approvazione delle leggi di bilancio, il Consiglio provinciale ha approvato un ordine del giorno (190/XIV) che impegnava la Giunta provinciale “a stabilire, in accordo con l’Opera universitaria, in via sperimentale le modalità per usufruire del servizio e le regole relative all’utilizzo dei buoni pasto al di fuori delle mense universitarie, i criteri per affidare il servizio e per garantire la qualità dei pasti e l’equilibrio nutrizionale e le condizioni per verificare, al termine della sperimentazione, l’esito.”

Le motivazioni della decisione del Consiglio erano molteplici: offrire maggiori possibilità di scelta agli studenti e garantire una maggiore elasticità negli orari dei pasti (anche sulla rigidità degli orari l’indagine dell’Opera segnala insoddisfazione) , spalmare le ricadute economiche della presenza di studenti universitari su un maggiore numero di ristoratori e locali presenti in città e nella vicinanze, stimolare la concorrenza tra i vari attori, le mense ed i locali pubblici, in modo da innescare meccanismi virtuosi sul fronte della qualità, evitare di dover costruire nuove mense universitarie.

Tanto premesso interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente per sapere:

  1. se è stato portato a compimento l’impegno prescritto nell’ordine del giorno n. 190/XIV, approvato dal Consiglio provinciale il 15 dicembre 2010 e quale risultati ha portato la sperimentazione prevista;
  1. se sono state bandite gare di appalto per la realizzazione di nuove mense universitarie, ed eventualmente a che punto è il relativo iter burocratico;
  1. se non si ritenga opportuno, prima di realizzare nuove mense universitarie, insistere maggiormente sull’offerta di ristorazione diffusa sul territorio ampliando la possibilità di usufruire dei buoni pasto universitari.

 

cons. Luca Zeni

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