stampa
Ho partecipato questa mattina a Trento all’incontro sulla libertà di stampa ed in difesa dell’articolo 21 della Costituzione, che si è svolto in tutti i capoluogo di Regione.
Una delle grandi sfide della nostra epoca è trovare una gestione sostenibile dell’enorme mole di informazioni a cui ogni cittadino è sottoposto quotidianamente, recuperando l’autorevolezza e l’imparzialità della fonte, perchè anche in questo campo “uno non vale uno”.
Oggi è stata sottolineata la difficile situazione del settore dell’editoria, con i due terzi dei giornalisti italiani con contratti atipici o partita iva, ed una conseguente difficoltà di libertà e prospettive.
Un approfondimento meriterebbe l’intervento dell’assessore Spinelli, che ha sottolineato come non debba esserci ingerenza da parte delle istituzioni nel mondo dell’informazione. Va rilevato come in realtà sul nostro territorio il rapporto tra istituzione provinciale e mondo dell’informazione dipenda molto dall’atteggiamento di chi governa. In particolare:
- nell’utilizzo dell’ufficio stampa come strumento di informazione istituzionale o invece anche di promozione politica. A questo proposito eclatante (e a mio avviso di dubbia legittimità) è stato l’uso del cross posting sulla pagina della Lega delle dirette delle innumerevoli conferenze stampa sul covid;
- nel sostegno indiretto agli organi di informazione, in particolare attraverso la pubblicità istituzionale o i programmi di informazione istituzionale, spesso componente molto importante di entrata per i beneficiari: un’eccessiva discrezionalità può condizionare, e sarebbe importante aumentare i criteri “automatici” e non discrezionali;
- nel rispondere o meno alle domande quotidiane dei giornalisti. Dovrebbe far parte dei doveri istituzionali avere una costante disponibilità a rispondere e garantire trasparenza, anche con i giornalisti più critici, o si mettono in difficoltà, soprattutto in un territorio piccolo come il nostro, obbligandoli ad una certa accondiscendenza.
Intanto siamo arrivati a 31 mesi da quando è iniziata questa legislatura, e non ho avuto ancora la possibilità di un confronto diretto con un assessore in una delle televisioni locali.
A domanda, mi è stato risposto: “se ci sei tu, l’assessore non vuole venire”.
Al di là della debolezza politica di chi teme il confronto, preoccupa anche la debolezza di chi non se la sente di rispondere: “caro assessore, io invito Lei e il consigliere Zeni, mi dia Lei la data. Se non vuole venire, metterò un Sua foto e spiegherò che non ha voluto partecipare”.
Questa sarebbe un piccolo esempio di stampa libera.