Di seguito il testo dell’interrogazione a risposta immediata, la risposta, e la replica in tema di lease back.

 

Interrogazione a risposta immediata n. 4114
situazione lease back

nel corso del periodo 2006/2011 Trentino Sviluppo ha messo in atto nei confronti di numerose imprese trentine una importante attività di supporto finanziario; in previsione dell’approvazione di un nuovo piano di sales&lease back da parte della controllata provinciale, nell’ottica di valutarne l’impatto finanziario, si interroga la Giunta per sapere quante operazioni di locazione finanziaria abbia stipulato la società in detto periodo, per quali importi; quante posizioni di sofferenza si sono palesate in detto periodo, ossia a quanto ammontino i crediti non soddisfatti dalle imprese beneficiarie e i ritardi nei pagamenti, sia in termini complessivi sia singolarmente, rispetto ai piani di ammortamento concordati originalmente e quali misure siano state adottate in questi casi.
cons. Luca Zeni

La risposta della giunta

«ATTIVITÀ DI SUPPORTO FINANZIARIO NEI CONFRONTIDELLE IMPRESE DA PARTE DI TRENTINO SVILUPPO – SITUAZIONE LEASE BACK»
Trentino Sviluppo s.p.a., nel periodo 2006-2011, ha realizzato operazioni di lease-back nei confronti di 16 aziende per complessivi euro 176 milioni, con un impegno occupazionale complessivo di 3.141 unità lavorative annue per cinque anni.
Di queste aziende, 4 risultano essere in sofferenza per un ammontare di 1.160 mila euro.
Detto ammontare riguarda: per euro 322 mila una procedura di liquidazione e concordato preventivo; per euro 494 mila un piano di rientro con cambiali; per euro 153 mila una trattativa in corso per piano di ristrutturazione; per euro 190 mila una procedura fallimentare in corso.
Si sottolinea, a proposito delle misure adottate in riferimento alle sofferenze, che Trentino Sviluppo ha proceduto con vari tentativi di richiamo, per il tramite di legali, al rispetto delle scadenze e dei crediti, che sta continuando a coltivare.
I crediti, considerando l’estrema delicatezza di talune situazioni, sono curati con la dovuta diligenza, senza escludere trattative finalizzate al recupero dei crediti stessi senza compromettere la prosecuzione dell’attività aziendale.
Preme inoltre evidenziare che, in generale, con lo strumento del lease-back, l’ente pubblico sgrava le aziende dalla gestione immobiliare, attuando un intervento a capitale relativamente protetto, visto che le risorse impiegate per acquistare l’immobile vengono restituite dall’azienda interessata e, nel malaugurato caso del fallimento della stessa, all’ente pubblico rimane un bene «solido» da offrire ad altre imprese.
Si ricorda anche che, a fronte del sostegno con fondi pubblici, alle imprese beneficiarie è richiesto il rispetto di vincoli sociali ed economico-finanziari. Tra questi, formalizzati negli accordi che accompagnano l’atto di compravendita dell’immobile, si chiede agli imprenditori di garantire la continuità aziendale, di rispettare il piano industriale e l’adempimento di precisi obblighi occupazionali per un periodo di almeno 5 anni.
L’impegno occupazionale, garantito da sanzioni pecuniarie, rappresenta pure un parametro per quantificare la spesa massima per le singole operazioni (80.000 euro per occupato sull’Asta dell’Adige 50.000 euro altrove), salvo deroga per progetti di particolare rilevanza.
- avv. Alessandro Olivi -

Replica del consigliere Zeni

Lo strumento del  Lease back è uno strumento di cui abbiamo più volte parlato in questa aula perché sappiamo che porta degli indubbi benefici in termini di mantenimento della occupazione, ma pone anche delle problematiche in ordine al modello di sostegno pubblico all’economia.
Infatti al di là della definizione giuridica il lease back di fatto rappresenta un prestito alle aziende con garanzia di un immobile, e questo pone delle problematiche: sia nel caso in cui si utilizzi per sostenere aziende in difficoltà sia nei casi in cui si voglia sostenere la produttività di aziende sane, di fatto ci si sostituisce ad una attività – quella di valutazione di un  progetto imprenditoriale e di concessione di credito – che è una attività tipicamente bancaria.
Ecco quindi che si creano problematiche e contraddizioni. Per questo negli scorsi mesi abbiamo avuto esponenti della giunta che dichiaravano che si sarebbe avuto una riduzione dell’utilizzo di questo strumento; per questo in occasione della discussione sulla legge incentivi abbiamo approvato un ordine del giorno che chiedeva di dare maggiori vincoli e maggiori penalità nel caso di mancato di rispetto degli  obblighi contrattuali.
Oggi apprendiamo  della volontà di approntare un nuovo piano lease back e da qui nasce l’interrogazione; è importante capire  quale sia lo stato dell’arte per capire il percorso futuro.
Il dato fornito  credo sia significativo: 176 milioni complessivi di operazioni, il che significa approssimativamente, calcolando gli interessi, circa quindici  milioni all’anno che trentino sviluppo introita dalle rate del lease back.
Di questi 15 milioni 1,1 risulta non pagato, quindi una percentuale  significativa; 4 imprese su 16 risultano insolventi, il 25% del totale.
Questo significa che c’erano imprese in così forte difficoltà che a  fronte di una liquidità immediata importante non sono riuscite a pagare le prime rate del Lease back.
Oggi  sono in previsione nuovi lease back; se non si riuscisse a trovare nuove o diverse forme di sostegno al credito (alcune sono già state fatte in maniera molto positiva in rapporto con le banche), tali da consentire alla provincia di non sostituirsi al sistema bancario  nella valutazione dei progetti imprenditoriali, l’auspicio è che in questi nuovi Lease back si metta veramente in atto quei principi da tutti dichiarati di maggiore attenzione alla capacità produttiva delle imprese.
Questo anche perché Trentino Sviluppo dovrà accedere ai mercati finanziari per portare avanti queste operazioni, ed in caso di insolvenza da parte delle imprese che devono pagare poi le rate si creerebbero dei rischi per Trentino Sviluppo: se è vero che c’è garanzia dell’immobile sappiamo anche che, soprattutto in questa situazione di mercato, il valore degli immobili posti a garanzia difficilmente poi potrebbero avere riscontro in caso di vendita sul mercato.
Cons. Luca Zeni

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