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Le dimissioni del direttore generale dell’azienda sanitaria seguono di pochi mesi quelle del direttore sanitario Dario.
Desidero ringraziare entrambi per il lavoro svolto e per aver impostato dei modelli organizzativi capaci di guardare ai nuovi bisogni delle persone, in una società che invecchia e cambia, e desidero augurare loro tante soddisfazioni con i nuovi incarichi.
Durante il mio mandato da assessore ho probabilmente passato più tempo con loro che con la mia famiglia, ed il confronto costante è stato di grande stimolo, anche nei momenti “dialettici”.
Non nascondo una grande preoccupazione per aver perso queste professionalità, e con loro numerosi medici, perché sono sempre le persone a fare la differenza, e quando un sistema perde attrattività il rischio di perdere qualità è alto.
È facoltà della giunta provinciale scegliere i vertici dei diversi settori, ma quando si confonde il rapporto fiduciario (cioè la condivisione di una linea strategica) con la fedeltà politica, mettendo in secondo piano competenze e progettualità, si rischia di fare danni.
Nella fase in cui siamo, con il covid che ha fortemente stressato il sistema sanitario, con la fatica di recuperare l’attività rimasta sospesa, con una riorganizzazione del rapporto ospedale territorio da completare e implementare, con molti primariati da “disegnare”, scegliere di cambiare i vertici dell’apss è una scelta molto discutibile.
Vedremo se e come sarà riconfermata la riorganizzazione del sistema sanitario, perché se non c’è chi ci crede, innovare è molto difficile, e l’impostazione della giunta leghista dal punto di vista dell’approccio organizzativo è certamente tradizionale e conservatrice.
Come disse una volta un vecchio saggio, costruire è sempre attività lunga e impegnativa, mentre a destrutturare si fa presto..