Il consigliere Zeni, in un’interrogazione alla Giunta, denuncia la realizzazione di un’opera lasciata incompleta.
“Da mesi, dagli uffici della Provincia, si continuava a prendere tempo rispetto alla richiesta di attivazione di una fontana molto attesa da tanti sportivi, realizzata nello scorso autunno lungo la ciclabile che collega Trento e Lavis”, racconta il consigliere Zeni. “Mai avrei pensato di dover presentare un atto ufficiale per una fontana, lo trovo addirittura indecoroso per le istituzioni. Ma pare ora emergere un fatto che di solito accade ad amministrazioni sgangherate: la fontana non è stata attivata perché il tubo che dovrebbe portare l’acqua termina in un tombino cieco.” Nell’interrogazione, che allega la documentazione fotografica, si ripercorrono i mesi di sollecitazioni alla Provincia, in una vicenda che lascia sorpresi per un territorio di solito ritenuto esempio di efficienza.

Interrogazione n.

Perché la fontana all’altezza del km 24 della ciclabile che collega Lavis a Trento non è mai stata accesa? Tra kafkiani rimbalzi di responsabilità e amare sorprese.

Uno dei tratti più frequentati della rete di piste ciclabili del Trentino, per la sua posizione a ridosso della città e del campo Coni e per il collegamento dell’asta nord sud della valle dell’Adige, è quello che collega Trento nord con Lavis. Nell’estate del 2018, in seguito al alcune segnalazioni di sportivi che si allenano quotidianamente nel tratto in questione, la Provincia ha deciso di installare una fontana all’altezza del km 24 della ciclabile, nei pressi di un cavalcavia che collega la ciclabile stessa con il quartiere di Canova. Quel tratto di ciclabile era infatti sprovvisto sia di bicigrill sia di fontane fino a Lavis.

Il 25 ottobre 2018 veniva quindi installata una fontana, provvista di spina a pressione, in modo da evitare sprechi di acqua. La fontana non veniva però attivata e, a domanda dello scrivente presso gli uffici della Provincia, venne risposto che, avvicinandosi il periodo invernale, si preferiva lasciare chiusa la fontana, riproponendosi di “aprire l’acqua” in primavera.

Nel mese di marzo 2019, in seguito ad alcune richieste di sportivi, che al primo caldo si allenavano accanto ad una fontana priva di acqua, lo scrivente, tramite un proprio collaboratore, segnalava agli uffici della Provincia che la fontana era ancora chiusa. Venne risposto che il Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia aveva provveduto alla realizzazione dell’opera, ma che la competenza per attivarla era probabilmente del Comune di Trento, sul cui suolo la fontana ricadeva.

Una verifica presso il Comune, chiariva però che la competenza per la gestione della fontana era in capo alla Provincia. Ricontattato, il Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale segnalava come competente il Servizio opere stradali e ferroviarie della Provincia, assicurando comunque che la Provincia avrebbe provveduto in pochi giorni all’attivazione della fontana, cosa che non avveniva.

Ad inizio maggio lo scrivente, per tramite di un collaboratore, tornava a chiedere agli uffici della Provincia quanto ancora si dovesse attendere per l’attivazione della fontana. Dopo un avvio kafkiano nel quale i due Servizi si indicavano reciprocamente come competenti in materia, passati alcuni giorni mi si chiariva che – verificate le rispettive competenze – il Servizio opere stradali e ferroviarie della Provincia avrebbe provveduto ad attivare la fontana.

Passato anche maggio è arrivato giugno e, con il caldo estivo, gli appassionati che passano numerosi accanto alla fontana hanno continuato a chiedersi come mai la stessa non venisse collegata. Come consigliere provinciale ho sollecitato ancora la Provincia informalmente, non ritenendo decoroso per le istituzioni dover ricorrere ad un atto politico ufficiale per l’attivazione di una fontana in una piazzola della ciclabile.

È però accaduto un fatto che, se confermato, sarebbe assai grave. In attuazione di una cultura ancora diffusa in Trentino, per la quale ogni cittadino ha il dovere di agire attivamente per migliorare il contesto in cui vive, secondo il principio che, quando la pubblica amministrazione è inerte, il cittadino può attivarsi direttamente, alcuni atleti hanno aperto i tombini adiacenti alla fontana. 

Con loro e nostra amara sorpresa, hanno trovato solo un tubo, che finisce in un tombino cieco, senza alcun altro sbocco [in allegato la fotografia]. Se ciò che i cittadini hanno notato è vero, è stata installata una fontana senza collegare la stessa all’acquedotto! Questo significherebbe che o chi aveva la responsabilità di seguire i lavori, oppure chi li ha realizzati materialmente, ha svolto il proprio lavoro con negligenza, lasciando la fontana senza collegamento ad una presa dell’acquedotto che dista soltanto pochi metri. Un fatto davvero grave, che, se confermato, meritebbe forse una segnalazione alla Corte dei conti, per il dispendio di risorse pubbliche e per accertare di chi sia la responsabilità.

Tutto ciò premesso, interrogo il presidente della Provincia e l’assessore competente per sapere:

  1. per quale motivo a giugno 2019 inoltrato, la fontana installata nell’autunno del 2018 sulla ciclabile che collega Lavis a Trento all’altezza del km 24, sia ancora spenta;

  1. se corrisponda al vero che il tubo, che dovrebbe portare l’acqua alla fontana, termina in un tombino “cieco”, senza alcun sbocco su altre tubature che possano collegarla all’acquedotto, e per quale motivo;

  1. in caso di risposta affermativa al punto 2, di chi sia la responsabilità di non aver completato l’opera in modo da renderla idonea alla funzione che le è propria;

  1. in caso di risposta affermativa al punto 2, cosa intenda fare la Provincia per sanare un lavoro pubblico svolto con evidente negligenza ed in quali tempi.

A norma di regolamento, chiedo risposta scritta.

consigliere Luca Zeni

PS: il 17 giugno, 4 giorni dopo il deposito dell’interrogazione, viene eseguito uno scavo e installato un tubo di collegamento tra il tombino cieco e l’acquedotto. Ora la fontana è in funzione, situazione sanata. Bene, ma peccato che sia servita un’interrogazione e non siano bastati mesi di sollecitazioni informali.

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