La storia del robot Godot

Nel febbraio 2020 l’azienda sanitaria delibera l’acquisto di un robot per l’ortopedia da 2,5 milioni di euro, già usato in molti territori, per migliorare precisione e qualità degli interventi.
Gli ortopedici però si dividono su come utilizzarlo: stabile in uno degli ospedali della rete, o a rotazione?
In un sistema normale, il direttore generale dell’azienda ascolta le posizioni e decide. E se non lo fa, l’assessore alla sanità lo prende per un orecchio.
Invece niente, da due anni la delibera di acquisto è rimasta inattuata, il direttore generale riconfermato, il suo stipendio aumentato di 20.000 euro l’anno.
La sanità per rimanere all’avanguardia deve essere veloce nel seguire i cambiamenti tecnologici, come hanno fatto a bolzano e in alcune strutture private trentine. A meno che l’obiettivo non sia proprio favorire il privato rispetto al pubblico…

Interrogazione 

CHE FINE HA FATTO IL ROBOT PER L’ORTOPEDIA?

Nel corso del 2019 dal Dipartimento di Ortopedia è arrivata la richiesta di potersi dotare di uno strumento robotico che migliora la precisione e la qualità di una serie di interventi ortopedici, in particolare protesici.

E’ stata così avviata una fase di prova, dopo aver preso contatto con la ditta fornitrice del robot, prodotto da una società multinazionale.

Al termine della prova, la valutazione è stata positiva e si è deciso di dotare anche la sanità trentina di uno strumento già utilizzato in altre realtà ospedaliere italiane e internazionali e del costo di circa 2,5 milioni di euro.

Nel febbraio 2020 l’Azienda sanitaria ha quindi deliberato di procedere, nella forma del noleggio.

Pare che nel frattempo ci siano state posizioni diverse, dentro l’ortopedia trentina, rispetto alle modalità di utilizzo del robot: stabile in uno degli ospedali della rete specializzando alcuni professionisti o fatto ruotare tra i vari ospedali (con una serie di complessità, sia tecniche per lo spostamento, sia di coerenza nell’utilizzo a singhiozzo da parte dei professionisti)?

Di fronte a queste diverse posizioni, in un sistema aziendale che funziona, sarebbe naturale aspettarsi che il direttore generale dell’apss, sentite le diverse argomentazioni, decida quale soluzione adottare. E se il direttore generale dovesse rimanere inerte, in un sistema istituzionale che funziona, sarebbe naturale aspettarsi che l’assessore alla sanità prenda per un orecchio il direttore generale – peraltro appena confermato con 20.000 euro di aumento di stipendio – sollecitandolo a fare quello per cui viene pagato.

Purtroppo dal febbraio 2020, l’ortopedia trentina è rimasta senza risposte ed il robot, di cui era già stato deliberato il noleggio o l’acquisto, non è arrivato.

Verosimilmente, come ormai accade puntualmente da due anni a questa parte, la risposta della giunta provinciale sarà che si è fermato tutto a causa del covid. Risposta che però sarebbe semplicemente una bugia, perché questi robot hanno continuato ad essere venduti ed utilizzati e pare che recentemente se ne siano dotati anche in Alto Adige/Südtirol e in realtà ospedaliere private trentina. A meno che non fosse un obiettivo proprio quello di rendere più attrattivo il sistema sanitario privato rispetto a quello pubblico.

In un mondo dove la tecnologia è in continua evoluzione, la sanità, per rimanere all’avanguardia e dare le migliori risposte ai cittadini, deve essere efficiente e tempestiva, non può perdere oltre due anni semplicemente per l’inerzia di una cattiva organizzazione. E la politica ha il dovere di supervisionare e verificare che simili ritardi non avvengano, richiamando con forza il direttore generale alle sue funzioni.

Tutto ciò premesso, si interrogano il Presidente e l’assessore competente per sapere:

- per quale motivo, dopo aver deliberato nel febbraio 2020 l’acquisto o il noleggio di un robot ortopedico, ad oltre due anni di distanza non si è provveduto e gli ortopedici del nostro sistema sono ancora in attesa;

- se l’assessore alla salute abbia richiamato il direttore generale a svolgere la sua funzione e decidere quale modello di utilizzo del robot sia più opportuno nel nostro sistema.

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

avv. Luca Zeni