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Sul caso del figlio di La Russa, è tutto sbagliato.
Chi rappresenta le istituzioni non può in alcun modo, per quanto toccato personalmente, intervenire a sproposito come ha fatto il Presidente del Senato. In particolare la colpevolizzazione della presunta vittima è un atto molto grave e deve essere condannato.
A monte però è sbagliato l’ennesimo processo mediatico.
Chi ha un minimo di cultura giuridica e crede nel diritto, deve indignarsi anche del fatto che un ragazzo – colpevole o innocente che risulti al termine del processo – sia sbattuto in prima pagina con accuse così pesanti, o che le chat “confuse” che la ragazza si scambia con le amiche siano riportate da tutti i giornali, insinuando il dubbio che in fondo se la sia un po’ cercata.
Il diritto serve proprio per stabilire una verità processuale che non esiste al di fuori del contraddittorio tra accusa e difesa, con un giudice terzo che deve valutare in base alle prove fornite.
Tutto il resto è melma, scaraventata per lotte politiche o per vendere pubblicità. Speriamo che approvino presto dei limiti maggiori alla possibilità di pubblicazione di elementi parziali; dovrebbero essere soprattutto le sentenze a poter fornire elementi di valutazione processuale, politica o mediatica.