Catturadi Maria Luisa Patruno, l’Adige 15/4/2018

«L’ impostazione di fondo della destra che stiamo vedendo è molto, molto conservatrice: non fa minimanente un’ analisi di come sta cambiando la società. La proposta è semplice perché dice: non tocchiamo niente e così tuteliamo i vostri interessi». L’ assessore provinciale alla sanità e welfare, Luca Zeni (Pd), è uno dei bersagli principali dell’ opposizione – per le politiche e le decisioni talvolta impopolari prese in questi anni – e risponde così al deputato e segretario provinciale della Lega, Maurizio Fugatti, che ieri in un’ intervista all’ Adige ha spiegato chiaramente le differenze tra le scelte della giunta Rossi e quelle invece di un governo della Provincia di centrodestra, soprattutto nella difesa dei servizi nelle valli e nel dare priorità ai trentini rispetto a chi non lo è.

Assessore Zeni, l’ onorevole Fugatti vi accusa di aver discriminato le valli, imponendo tagli di servizi soprattutto nella sanità, mentre lui ritiene che le scelte vadano condivise e se non c’ è l’ accordo del territorio i tagli non si fanno. Perché voi li fate lo stesso?

Fare così significa solo moltiplicare le proteste e non cambiare mai niente. La politica dovrebbe avere anche una funzione di guida e indicare una strada e questo vuol dire fare anche delle scelte che possono risultare impopolari all’ inizio, ma che si ritiene possano garantire meglio una comunità nel medio e lungo periodo. Certo, noi dobbiamo spiegare bene e cercare di convincere. Poi, se non si riesce, assumersi la responsabilità delle scelte, altrimenti verrebbe meno il senso di quello che facciamo.

Vale per la sanità ma anche per l’ accoglienza dei profughi?

Mi sembra che la Lega cerchi di tenere alta la tensione sul tema dei profughi, come a S. Lorenzo, nonostante si sia oggi in una situazione più tranquilla nella gestione del modello della distribuzione diffusa, perché si è ridotto il numero, infatti siamo scesi da 1.750 a 1.600 presenze, dopo l’ adozione del piano Minniti che ha bloccato gli sbarchi. Ma la Lega è contro il modello della distribuzione. Che risposta è dire: non li vogliamo? Ricordo che in Lombardia e Veneto, guidate dalla Lega, hanno rispettivamente 25 mila e 18 mila profughi.

Queste due Regioni hanno lasciato allo Stato la gestione dicendo di non volersene occupare, non era una soluzione?

Lo trovo di una irresponsabilità totale pensare che sarebbe meglio lasciare che decida anche qui il prefetto, a quel punto con concentrazioni in grandi numeri, senza alcun modello di integrazione.

Lei ritiene dunque che il centrodestra stia alimentando in modo strumentale i problemi?

Mi sembra che continuino ad alimentare la conflittualità, come metodo di propaganda, per massimizzare poi il consenso. Il tema della contrapposizione valli e città è molto delicato e comporta anche dei rischi. O il Trentino riesce ad affrontare le sfide dei cambiamenti in atto in un’ ottica di sistema, o aumenteremo solo la conflittualità sociale. Penso, ad esempio, che ci si debba porre il problema delle pluriclassi da un punto di vista pedagogico, di cosa è meglio per i bambini, non in maniera rivendicativa, per la difesa della scuola in tutti i paesi anche se ci sono pochi bambini perché c’ è sempre stata. In scuole con 20 bambini su cinque anni è difficile dare un’ offerta formativa all’ altezza. E non si taglia per risparmiare.

Nella sanità però si è tagliato per risparmiare, o no?

Nella sanità abbiamo una visione chiara in un’ ottica di sistema, con una rete ospedaliera organizzata secondo indicazioni clinico scientifiche, che prevedono che se vuoi dare il miglior servizio ai cittadini sulla complessità, devi concentrare. Per farsi operare al cuore o per un tumore non si va nell’ ospedale sotto casa, questo è stato capito. Sulle urgenze e emergenze abbiamo dimezzato la mortalità accentrando infarti e ictus e questa è una cosa di cui si deve essere consapevoli. Gli ospedali di valle hanno una diversa funzione di presidio territoriale. Le riforme fatte saranno implementate con servizi sul territorio con welfare anziani, piano demenze, rete cure palliative, rete oncologica, integrazione ospedale-territorio, allora sì nelle valli avremo creato le condizioni per un sistema di servizi che servono e aumenteranno.

Il centrodestra per la natalità propone gli asili nido gratis. Voi?

Si può criticare tutto, ma dire che in Trentino non ci sono servizi e politiche di welfare per le famiglie rasentiamo quasi il ridicolo. Abbiamo investito tantissimo su asili nido, asili, sostegno alla maternità, assegni alle famiglie. E non credo che il sostegno alla natalità passi dal privilegiare la donna che ha figli rispetto a chi non ne ha nei concorsi pubblici, come propone Fugatti, mi sembrerebbe una discriminazione discutibile. Sugli asili nido abbiamo un sistema che si basa sull’ Icef con costi accessibili per la maggior parte delle famiglie facendo pagare di più chi può permetterselo.

Questa impostazione del centrodestra vi aspetterà in campagna elettorale. La preoccupa?

Questa è l’ impostazione che hanno sempre avuto. Noi dobbiamo avviare ora una fase di rilancio. In politica le cose buone fatte sono dovute. Ed è giusto così. Ora si deve convincere sulle proposte. Sta emergendo, da una parte, un Trentino chiuso, conservatore che asseconda i particolarismo, mentre noi dovremo far emergere l’ idea di un Trentino aperto ai cambiamenti e che ritrova la capacità di essere attrattivo e ridare speranza in risposta alla paura su cui gioca la retorica della destra.