Camera Trento

La campagna elettorale – molto breve e piuttosto incolore – sta già terminando.

L’impressione, nel confronto con molte persone, sia attive nel partecipare agli eventi, sia incontrate al di fuori, è che sia scivolata via senza creare particolare trasporto nei cittadini, anche perché hanno prevalso gli slogan nazionali rispetto all’approfondimento.

Mi permetto però di sottolineare alcuni aspetti.

Il primo è che, per chi avesse voglia di approfondire, il programma del Partito Democratico è fatto bene. E’ il frutto di centinaia di incontri tematici svoltisi nel corso dell’anno, perché è l’unico grande partito, con tutti i suoi limiti, che la partecipazione prova a esercitarla. Su www.partitodemocratico.it è possibile visionarlo, credo troverete sorprese positive.

Altro aspetto è che le differenze sono comunque emerse. Non c’è una guerra tra bene e male, ma ci sono due visioni diverse. Di fronte alla complessità di un mondo interconnesso, che negli ultimi anni ci ha mostrato quanto gli eventi internazionali incidono ogni giorno sulla vita di ognuno di noi, ci sono due proposte molto diverse: da un lato c’è una destra che propone di rifugiarsi in un ritorno al nazionalismo, alla chiusura, divisa, nei riferimenti internazionali, tra chi guarda all’America e chi ammicca alla Russia. Dall’altro c’è la posizione seria ed europeista del Pd, nella consapevolezza che soltanto un’Europa capace di collaborare sarà in grado di competere nel mondo di oggi, dalle politiche energetiche alla difesa, dalle politiche commerciali alle grandi infrastrutture.

Per il Trentino le conseguenze sono evidenti. Lo scontro tra SVP e Fratelli d’Italia in Alto Adige ha mostrato la contraddizione logica, prima ancora che politica, di una destra nazionalista e sovranista che dice di voler difendere l’autonomia, con la sua leader che contestualmente sostiene di voler riportare in capo allo Stato competenze strategiche per le provincie autonome come le concessioni idroelettriche e le infrastrutture. L’autonomia trentina oggi è in crisi perché manca la capacità del governo provinciale di elaborare innovazione, e di viverla come un costante confronto con Stato ed Europa: soltanto tornando ad una autonomia aperta, dinamica, relazionale, innovativa, torneremo a produrre sviluppo.

In particolare sarà importante portare avanti politiche di sviluppo che valorizzino un nuovo rapporto con l’ambiente, capaci di creare nuovo lavoro ed investimento in conoscenza e politiche attive del lavoro, con servizi socio sanitari che rilancino il ruolo del pubblico per una sanità per tutti. Il lavoro da fare è tanto, ma con idee chiare ed un impegno diffuso, ci sono tutti i presupposti per fare bene.

Per questo domenica vi invito a votare il PD ed i suoi candidati, barrando con una croce il simbolo del PD sulla scheda della camera, quello dell’alleanza democratica per l’autonomia sulla scheda del Senato.

In Trentino abbiamo 3 collegi uninominali per il Senato e 2 per la Camera, dove vince il candidato che riceve un voto in più del secondo. Per il centrosinistra sul Senato ci sono Pietro Patton (Trento), Donatella Conzatti (Rovereto) e Michele Sartori (Valsugana); sulla Camera Sara Ferrari (Trento) e Michela Calzà (Rovereto). Sono tutte persone valide, che saprebbero ben rappresentare il Trentino.

Per la Camera, sulla scheda c’è la possibilità di votare il simbolo di un partito, ed eleggere i candidati sulla quota proporzionale; io sono candidato al secondo posto nella lista del Partito Democratico: con il voto sul simbolo, si contribuirà a far eleggere la capolista sul listino, Sara Ferrari, la quale, se riuscirà a vincere il collegio uninominale, libererà il posto per il secondo sul listino stesso; non facile, ma conta il sostegno al progetto.

In allegato i fax simile delle schede elettorali.

In sintesi, con una croce sul simbolo, si votano candidati uninominali e nel proporzionale.

Buon voto a tutti

grazie dell’attenzione

Luca Zeni

 

FERRARI – PATTON

FERRARI – SARTORI

CALZÀ – CONZATTI

CALZÀ – SARTORI

PD_pieghevoleZENI_FERRARI (1)