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Intervista oggi sull’Adige sulla situazione del Trentino rispetto alle misure anti covid.
Sono passate ormai molte settimane dalle prime misure; passata la prima fase di doverosa attesa rispetto all’operato della giunta, ora è doveroso indicare dove si può migliorare, sia nella parte sanitaria sia nelle misure socioeconomiche.
Il documento inviato dalla giunta sul rilancio economico è disarmante per quanto poco contenga (foto in allegato).
Il covid sta facendo emergere le leadership, cioè i governi che riescono a anticipare le decisioni e orientare le azioni, rispetto a chi, come in Trentino, naviga a vista. Ma se manca la politica a orientare, prevale poi la confusione, e deve sopperire un’apparato che però fa un altro mestiere e si vede (pensiamo ad esempio al dirigente che dichiara che per due anni non si potranno andare a trovare i nonni).
Sulla sanità, pur in ritardo, il supporto a domicilio deve essere implementato, mentre in ambito socio economico occorre distinguere la continuità esistenziale (il supporto immediato, con risorse abbondanti e procedure semplici, a occupazione e lavoro) da quella economica. L’economia trentina faticava già prima della crisi: pensare di usare liquidità a pioggia e poi ripartire come prima sarebbe sbagliato; occorre invece promuovere percorsi di trasformazione dei settori più in difficoltà.
Per farlo serve una politica consapevole e coraggiosa, resa forte da una condivisione larga. L’auspicio è che la giunta provinciale esca dalla logica di parte e sappia ascoltare realmente tutti i suggerimenti.

 

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